Navalny, l'oppositore di Vladimir Putin

Navalny, l'oppositore di Vladimir Putin

Alexei Navalny è morto improvvisamente il 16 febbraio 2024 nella colonia penale della regione artica dove era detenuto. Era il più importante e popolare oppositore del presidente russo Vladimir Putin. Avvocato, aveva due lauree. Doveva la sua popolarità all'attività di blogger anticorruzione, dove accusava di corruzione il sistema di potere russo. Uno dei canali Youtube che controlla conta 7 milioni di follower. Ma la sua vita è stata più volte in pericolo.

Le due lauree

Nasce il 4 giugno del 1976 nel villaggio di Butyn, non distante da Mosca. Il padre, Anatoly Ivanovich, lavorava come ufficiale nell’esercito e questo ha portato Alexey a vivere l'infanzia tra una base militare e l’altra. Ma è riuscito poi a conseguire due lauree: la prima, nel 1997, in Giurisprudenza presso l’Università dell’Amicizia dei Popoli di Mosca; la seconda, in Economia, presso l’Accademia della Finanza del governo russo. Mentre studia per ottenere il secondo attestato universitario, Navalny inzia a esercitare la professione di avvocato. 

L'impegno politico

Nel 2000 Navalny si iscrive al partito liberale Yabloko, dove milita fino al 2007. Anno in cui viene espulso perché si esprime in favore dell’organizzazione, a Mosca, della Marcia Russa: dimostrazione a cui presero parte diversi gruppi estremisti e xenofobi e che avrebbe dovuto svolgersi, secondo Navalny, per garantire le libertà civili dei partecipanti.

L'attività di blogger

Navalny diventa popolare grazie alle attività di blogger anticorruzione. Nel 2007 il suo blog inizia a essere molto seguito perché all'interno si trovavano accuse di corruzione contro il sistema di potere russo. E nel 2011 dà vita alla Fondazione Contro la Corruzione, dove vengono pubblicati resoconti di episodi di malaffare che toccano personalità importanti. Il relativo canale Youtube esplode e oggi ha 4 milioni di follower.

Le vicende giudiziarie

Nel 2013 Navalny viene condannato a cinque anni di carcere per appropriazione indebita di 16 milioni di rubli da un’azienda di legname. Ma le proteste da parte della comunità internazionale portano al suo rilascio. Nel settembre del 2013 Navalny prese parte alle elezioni comunali di Mosca riuscendo ad ottenere il 27 per cento dei voti e piazzandosi alle spalle di Sergei Sobyanin, alleato di Putin, che si impose con il 51 per cento dei voti.

Gli attacchi

Nel 2017 Navany subisce due attacchi: gli viene versato sul volto un colorante chimico di colore verde, conosciuto come zelyonka. Gli verranno diagnosticate, durante l’ospedalizzazione avvenuta in seguito al secondo assalto, delle ferite all’occhio destro. Ma è nel 2020 l'attacco più grave. In agosto, Navalny accusa un grave malore a bordo di un volo che lo stava riportando a Mosca da Tomsk, in Siberia. L’aereo è costretto a compiere un atterraggio di emergenza e Navalny viene immediatamente ricoverato in ospedale. La moglie ed i sostenitori chiedono il suo immediato trasferimento in Germania affinché possa ricevere cure mediche migliori. Dopo due giorni viene trasferito presso l’ospedale Charité di Berlino dove, per lungo tempo, versa in condizioni serie nella terapia intensiva. Il governo tedesco renderà poi noto che Navalny è stato avvelenato con un agente chimico denominato Novichok.

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