Match a tempo, carte abilità e addio “15”: Mouratoglou prova la rivoluzione del tennis

Match a tempo, addio “15” e carte abilità: Mouratoglou prova la rivoluzione del tennis
di Gianluca Cordella
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Giovedì 11 Giugno 2020, 21:12 - Ultimo aggiornamento: 12 Giugno, 17:12

Patrick Mouratoglou la sua volontà di rivoluzionare il tennis l'aveva anche annunciata. Ma le regole del suo Ultimate Tennis Showdown, il circuito che debutterà il 13 e 14 giugno prossimi nella sua Academy e che porterà in Costa Azzurra dieci big del racchetta mondiale, tra cui il nostro Matteo Berrettini, sono riuscite a spiazzare la fantasia di chi aveva provato a ipotizzare un qualche format in base alle parole anticipate dal mentore di Serena Williams.

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Le linee guida di Mou sono state sempre chiare: ringiovanire un pubblico che viaggia sull'età media di 61 anni, liberare la personalità dei giocatori frustrata dal codice di comportamento, garantire alle tv match di durata accettabile (e soprattutto certa) e strizzare l'occhio ai format dei tornei di eSport. Dal mix di suggestioni arrivate da ognuna di queste direttive è emerso un regolamento che tiene vivo il concetto di tennis nella misura in cui lo si intenda solo come due giocatori che colpiscono una pallina con una racchetta su due lati opposti del campo. Il resto è innovazione o follia, spesso due facce della stessa medaglia.

Spariscono i quindici, i tie break, i game, i set. Si gioca a tempo: ci sono quattro periodi da dieci minuti, intervallati da due minuti di pausa. In ogni quarto i tennisti si alternano al servizio due volte a testa e allo scoccare dei dieci minuti vince chi ha fatto più punti. Se si è in parità si gioca un punto ulteriore, decisivo. L'esito dei singoli quarti determina il punteggio finale. Se un tennista va sul 3-0 si gioca anche l'ultimo quarto per il rapporto vinti/persi utile per le classifiche. Se invece ci si trova sul 2-2, si gioca un ulteriore periodo con la regola della Sudden Death: un servizio a testa e il primo che fa due punti di fila vince la partita.

Anche i coach entrano a far parte dello show. In ogni periodo allenatore e giocatore potranno parlarsi per 30 secondi (il pubblico da casa potrà sentire le conversazioni) ma a chiedere il confronto potrà essere solo il coach. Anzi, il giocatore potrà addirittura rifiutare la chiamata di coaching effettuata dal suo allenatore. Cosa importante: le conversazioni tra tecnico e tennista dovranno essere in inglese, in caso contrario scatterà un penalty point. Il prodotto ha ambizioni globali e punta a farsi rivedere il più possibile.

L'innovazione forse più eccentrica è la possibilità offerta ai giocatori di utilizzare delle carte abilità, esattamente come avviene nei giochi di ruolo. Così prima di un punto il tennista potrà giocare la carta che gli permette di usufruire di un terzo servizio (così da poter forzare due prime prima di rischiare il doppio fallo) o quella che ne toglie uno all'avversario (che in tal caso potrà battere solo la “seconda”). C'è la carta che moltiplica per due il punto eventualmente conquistato dopo o quella che moltiplica per 3 il vincente mandato a bersaglio di lì a poco. In ogni periodo il tennista potrà giocare al massimo due card.



Una cosa è certa: ai tennisti l'idea di cimentarsi con questo format non è dispiaciuta considerando le adesioni eccellenti alla prima edizione di UTS: da Thiem a Berrettini, da Tsitsipas a Goffin, fino a Gasquet e Feliciano Lopez che ha sostituito all'ultimo momento l'infortunato Auger-Aliassime. Tutti i match saranno in diretta sul sito del circuito e Mouratoglou si dice già fiducioso di poter raggiungere i 50 mila iscritti alla piattaforma streaming dopo il primo weekend di match.

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