Tennis, torna la passione in tribuna: quattromila spettatori ad Adelaide

Djokovic
di Gianluca Cordella
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Sabato 30 Gennaio 2021, 08:30

Un tennis d’altri tempi. Quello con le racchette di legno, i gilet di cotone e le giocatrici in gonna lunga? Macché. Quello con i tifosi. È passato solo un anno ma sembra un’era geologica. E così le immagini che arrivano da Adelaide, con le tribune riempite da quattromila appassionati quasi tutti senza mascherina (qualcuno che non rinuncia alla prudenza si trova anche nei Paesi Covid free), nella loro dirompente normalità ante virus, sembrano di un datato che fa quasi commuovere. Un po’ come trovare un foto dei propri nonni da giovani. Ma quel tempo è adesso, è ieri. Ed è Australia. Il paese da cui riparte la speranza di poter tornare a vivere lo sport normalmente e con passione. In attesa di inaugurare la stagione degli Slam a Melbourne, il Paese che da due settimane non registra nuovi contagi ha fatto le prove generali ad Adelaide, con una esibizione deluxe cui hanno preso parte i tre migliori giocatori del mondo, sia al maschile che al femminile - Novak Djokovic, Rafa Nadal e Dominic Thiem da una parte, Ashleigh Barty, Simona Halep e Naomi Osaka dall’altra - oltre a una campionessa senza tempo come Serena Williams e un campioncino in divenire che il suo tempo glorioso deve ancora costruirselo (ma ha cominciato bene): il nostro Jannik Sinner. Ad aprire le danze è stato proprio l’azzurro, tra i tennisti eletti di stanza ad Adelaide perché scelto da Nadal come compagno di allenamento (i rigidi protocolli australiani permettono ai giocatori di allenarsi sempre e solo con lo stesso compagno). Si aspettava di sfidare Djokovic, invece ha trovato dall’altra parte della rete l’altro serbo Filip Krajinovic. Nole era alle prese con una fastidiosa vescica alla mano e ha marcato visita. Inizialmente. Perché dopo il primo 6-3 confezionato dal compagno di Davis, il numero 1 dell’Atp si è presentato in campo, ha stretto i denti e ne ha rifilato un altro all’allievo di Riccardo Piatti. Jannik, che cresce di giorno in giorno anche come personaggio, ci ha scherzato su: «È già difficile sfidarne uno solo, figurati tutti e due».

A seguire Serena Williams ha battuto al super tie break la sua erede Naomi Osaka, un Nadal tonico più che mai ha superato Thiem con una prestazione non da esibizione («Non vinco gli Australian Open da più dieci anni, non posso smettere di provarci», ha detto il fenomeno spagnolo) e Simona Halep ha superato la Barty, ancora un po’ arrugginita dopo aver saltato anche i mesi difficili che la racchetta ha condiviso con la pandemia ancora in pieno sviluppo, tra agosto e novembre. 

PROVE GENERALI
Ma, insomma, di questi tempi la condizioni dei tennisti interessa più che altro a loro e ai rispettivi staff. La presenza del pubblico, quella sì, ha rubato a tutti i riflettori (in parte metaforici, visto che la sessione mattutina è stata benedetta dalla copertura del campo che ha riparato gli spettatori dal sole battente). Hanno esultato tutti. Dai protagonisti in campo («Mi faceva male la mano ma non potevo rinunciare: è speciale giocare con lo stadio pieno dopo un anno», ha detto Djokovic) a quelli che non lo sono più indipendentemente da quarantene e virus. «Sono così felice! Rivedere i fan in tribuna! E si vedono anche i loro sorrisi. Vai team Jannik», ha twittato una raggiante Maria Sharapova, aggiungendo un incoraggiamento al suo ex compagno di allenamento. Gli unici che avranno sorriso così così, forse, sono i giocatori bloccati nelle stanze d’hotel di Melbourne, dove i protocolli sono stati più rigidi rispetto a quelli fronteggiati dai colleghi di Adelaide. Per molti di loro l’appuntamento con il calore ritrovato è rimandato all’8 febbraio, quando si alzerà il sipario sullo Slam Down Under. Il pubblico, dimezzato rispetto alla capienza totale, ci sarà. E sarà bello, anche davanti alla tv, tornare a sentire applausi e cori di incoraggiamento. 

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