Wimbledon, provaci ancora Federer: Roger cerca l'ultimo grande acuto

Roger Federer
di Piero Valesio
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Lunedì 28 Giugno 2021, 07:30

Il torneo di Wimbledon che comincia oggi rappresenterà una cartina di tornasole per i giocatori italiani che da mesi attirano l’attenzione degli appassionati e non solo. Secondo alcuni non è fantascienza pensare ad una finale che sia la rivincita del quarto di finale di Parigi: Berrettini contro Djokovic. Matteo dopo la vittoria al Queens si è allenato e lungo e bene e le sue condizioni psicologiche sono le migliori di sempre. Se c’è un momento in cui lui stesso si metterà alla prova e tenterà di arrivare in fondo ad un torneo che rappresenta il massimo del tennis mondiale questo è quel momento. Il suo sarà un cammino non complicatissimo ma nemmeno facile: dovrà guardarsi soprattutto da un pericoloso terzo turno contro John Isner. Dovrebbe arrivare al quarto contro Zverev e da lì in poi si vedrà. Jannik Sinner si è allenato duramente contro Nole Djokovic. Il quale gli ha chiesto informazione su Draper, l’inglese che ha battuto Jannik al primo turno del Queens visto che il loro incontro aprirà il programma oggi sul Centrale. Jannik sta lavorando per apporre qualche miglioria a stagione in corso (non è mai facile) soprattutto sul servizio e sulla risposta. Che l’altoatesino possa produrre buon tennis sull’erba è certo: che ci riesca stavolta è tutto da vedere. Così come sarà curioso osservare Lorenzo Musetti, che di tutta la nouvelle vague italiana è quello che sull’erba potrebbe produrre il tennis più spettacolare. Affronterà al primo turno Hurcacz, l’ungherese che ha battuto Sinner nella finale di Miami: non un Riccardo cuor di leone ma uno che col servizio fa male. Lorenzo, subito dopo Parigi, si è allenato nel suo circolo di riferimento su un campo di erba sintetica ricavato su un campo di calcetto: Church Road è un’altra cosa. Intanto c’è grande curiosità anche per quanto concerne i big. Roger Federer ad esempio. Lui si propone con grande umiltà (“Il mio obiettivo primario è arrivare alla seconda settimana”, ha detto) ma è chiaro che il desiderio di cancellare l’onta di quella finale di due anni fa è forte. Ma che oggi il grande svizzero possa ambire a qualcosa di più di un onorevole percorso è concetto azzardato. Se poi Roger tirerà fuori dal cilindro (Wimbledon è o non è l’orto di casa sua?) una costanza di rendimento tale da permettergli di arrivare (potrebbe succedere solo in finale) alla rivincita di quel match milioni di fan in tutto il mondo non potranno che gioirne.
KYRGIOS
Così come gioiranno quelli che erano desiderosi di rivedere all’opera Nick Kyrgios, il maledetto del tennis contemporaneo. Lo si era lasciato a Melbourne, dove è rimasto per tutto questo tempo. A quarant’anni giusti dalla frase più celebre pronunciata su un campo da tennis (You cannot be serious!) da John McEnroe all’indirizzo del giudice di sedia, reo di non avergli dato per buona una palla che il giudice di linea aveva chiamato out), il tennis ritrova il personaggio che si pone in antitesi con i codici comportamentali del tennis. Più o meno come fece Mac. Visto che è anche uno che dà sempre spettacolo si tratta di una buona notizia. Tra l’altro l’australiano (ora n. 61 al mondo) si è iscritto anche al torneo di doppio misto al fianco di Venus Williams, per la quale quella di quest’anno potrebbe essere l’ultima apparizione ai Championships.
Djokovic resta il favorito numero 1.

E per il quale l’edizione 2021 del torneo conta tantissimo: qualora dovesse vincere metterebbe un altro tassello nella costruzione del Career Golden Slam, la vetta massima del tennis. Che significa vincere nello stesso anno solare i quattro tornei classici più l’oro olimpico. Djokovic si è allenato con leggerezza a Maiorca, a nell’Accademia di Nadal: ma la vera incognita riguarda le tossine che la sconfitta nella finale parigina potrebbe aver depositato nella testa di colui che oggi appare come il suo avversario più accreditato, Stefano Tsitsipas. Il torneo femminile parte all’insegna dell’incertezza, come sempre. Barty, Sabalenka, Cori Gauff, Maria Sakkari, la ceca Krejcikova vincitrice a Parigi, perché no. Ma l’indiziata numero 1 è sempre Serena. E’ giusto nutrire anche una certa curiosità nei confronti della russo-italiana Samsonova, fresca vincitrice sull’erba di Berlino: quante vittime farà il suo servizio che non è esagerato definire micidiale?

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