Trevisan: «Al Roland Garros volevo solo entrare in tabellone, ora sogno di vincerlo»

Trevisan: «Al Roland Garros volevo solo entrare in tabellone, ora sogno di vincerlo»
di Salvatore Riggio
3 Minuti di Lettura
Sabato 10 Ottobre 2020, 09:30

«Mi sono allenata tanto per arrivare fino a qui. Ora sono nella top 100, 82ª posizione, e non voglio fermarmi». È tenace Martina Trevisan, che al Roland Garros ha fatto sognare l’Italia arrivando fino ai quarti, perdendo poi in due set contro Iga Swiatek (6-3 6-1). La polacca ora sfiderà in finale la statunitense Sofia Kenin: «Se Iga sarà la stella del futuro? Direi di sì», ha detto allo show room di Le Coq Sportif. 
Martina, si aspettava questo risultato? 
«Sono andata a Parigi cercando di entrare nel tabellone principale. Gara dopo gara ho acquisito fiducia nei miei mezzi e sono arrivata ai quarti. Mi sono sorpresa anche io, ma è il frutto del mio lavoro». 
Il suo sogno nel cassetto? 
«Vincere uno Slam». 
Ma c’è qualcosa che migliorerebbe del suo tennis? 
«Sto lavorando tanto sul servizio. Posso migliorare gli angoli e le percentuali di prima». 

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Come ha festeggiato l’impresa di Parigi? 
«Non ho ancora festeggiato appieno, mi devo ancora riprendere da tutto quello che mi è successo». 
Ha trascorso un periodo della sua vita molto difficile e non ha mai avuto problemi a raccontarlo. 
«Con le parole non si può far capire cosa sia accaduto. Ho avuto disturbi alimentari, ho sofferto molto. È stato un periodo cupo, le ferite resteranno sulla mia vita, sulla mia pelle, ma sono chiuse. Mi sono allontanata dal tennis, avevo bisogno di disintossicarmi. Lo rifarei». 
Poi, la rinascita. 
«Non ho mai smesso di voler stare bene. Mi sono così riavvicinata al tennis prima come maestra, poi come professionista. Come se avessi una gara in sospeso con questo sport». 
Cosa può dire a tutte quelle persone che vivono di disturbi alimentari? 
«Di chiedere aiuto. Nei primi momenti di questa malattia mi sentivo invincibile, ma c’erano dei peggioramenti. Da sola non sarei riuscita ad uscirne». 
Oggi, quindi, qual è il suo punto di forza? 
«La tenacia, in campo sono più lucida. Mi do meno colpe. Anche perché la partita va avanti». 
Questa edizione del Roland Garros è stata molto criticata, tra le condizioni meteo estreme e le tante criticate palline...
«Che saltavano meno e prendevano meno rotazione. I campi erano umidi, nonostante i tanti sforzi sulle coperture del campo. Anche perché quest’anno abbiamo giocato a ottobre, di solito si gioca a fine maggio-inizio giugno. Inoltre, a Parigi piove più che in Italia. Queste palline le avevo provate al torneo di Praga e non mi erano piaciute, invece al Roland Garros mi sono trovata bene». 
Come vede il movimento femminile del tennis? 
«Abbiamo molte ragazze che hanno qualità. La più giovane è Elisabetta Cocciaretto, lasciamola crescere. Sara Errani non la sto nemmeno a nominare, ha vinto così tanto in carriera».
C’è stato un tempo nel quale il tennis femminile, quanto a visibilità, era alla pari con quello maschile. Adesso la forbice si è allargata. Dietro Serena Williams, che ha 38 anni, manca un grande personaggio... 
«Ci sono tante ragazze giovani che possono diventare come Serena Williams. Certo, trovare un personaggio come lei, o come Maria Sharapova, è difficile. Cori Gauff può essere la loro erede». 
 

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