Era la 42esima sfida tra i due fenomeni del tennis mondiale, un record nell’era open maschile. Ora Nadal conduce 23-19, ma altre puntate della saga seguiranno.
Rafa ha demolito pian piano il rivale, lo ha lavorato ai fianchi mostrando di soffrire meno il gran caldo umido che da qualche giorno si è abbattuto su Parigi dopo quasi due settimane di freddo e pioggia. Il primo set lo ha più perso il maiorchino che vinto Nole: sotto 5-3 Nadal ha steccato incredibilmente due diritto vanificando le due palle break consecutive che si era procurato. Nel secondo il break decisivo, quello del 7-5, è arrivato sul 6-5: il serbo ha spedito fuori due rovesci consegnando il set all’avversario. E Rafa, come suo costume, non ha più mollato la presa, anche perché Djokovic era in evidente riserva e le gambe rispondevano a fatica. Al cambio di campo, sotto 3-0 nella terza partita, il tennista di Belgrado si è letteralmente accasciato sulla sedia privo di forze. Nadal a quel punto non ha fatto altro che completare l’opera. Un paio di palle break annullate sul 3-1, un’altra sul 4-2. Troppe le occasioni sprecate da Nole, che si è consegnato al rivale: 6-2 il terzo, 6-4 il quarto in cui Djokovic ha avuto una reazione d’orgoglio rimontando dal 2-4 al 4-4 prima di cedere 6-4 commettendo un doppio fallo.
Per Nadal è il 14esimo titolo nei tornei dello Slam: eguagliato Pete Sampras, nel mirino Roger Federer che detiene il record con 17 trionfi.
Djokovic non vince un titolo dello Slam da un anno e mezzo (Australian Open 2013). Tanto, tantissimo, per chi nel 2011 sembrava addirittura imbattibile. Il serbo, fermo a quota sei, ancora una volta deve rimandare l’appuntamento con l’unico titolo dei Major che manca alla sua bacheca.
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