Max Giusti: «Ho la racchetta sempre con me, agli Internazionali da 20 anni». E a Roma inaugura due campi in periferia

Max Giusti agli Internazionali Foto Gabrielli/Toiati
di Luisa Mosello
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Martedì 15 Maggio 2018, 21:27 - Ultimo aggiornamento: 23:05

Degli Internazionali Max Giusti è un habituè senza se e senza ma. Sugli spalti del Centrale o del Pietrangeli è lí a seguire le partite, ad appassionarsi davvero come fosse in campo. Perché lui il tennis oltre ad ammirarlo da spettatore doc lo pratica, e sul serio.
«Ho iniziato tardi a 28 anni ma da allora non ho mai smesso -r acconta -. Ero stato invitato per uno spettacolo in un circolo romano e mi avevano dato l'opportunità di iscrivermi a un corso per principianti. Cosí ho cominciato per caso e mi sono letteralmente innamorato di questo sport che ha come base il rispetto dell'avversario. È come fare un bagno di pulizia, soprattutto per noi che stiamo sempre attaccati agli share, agli ascolti è come tornare a un momento di realtà pura». 
 

 


Giusti, che proprio oggi ha fatto da testimonial all'apertura di due campi nella periferia romana al terzo Municipio, dalla racchetta non si separa davvero mai, neanche quando parte sia per lavoro che per piacere: «Mi porto sempre dietro la sacca e gioco a qualsiasi latitudine - rivela -. Amo questa disciplina proprio perché si puó fare ovunque ed è sempre piú accessibile a tutti. E a tutte le età.  Basta vedere in questi giorni quanti bambini affollano il Foro Italico...I eri un'intera famiglia di Alessandria con tre figlioletti mi ha offerto parte del suo pranzo, abbiamo mangiato insieme un panino e poi parlato di questo torneo cosí importante che seguo "solo" da 20 anni».

Fra le varie partite che ricorda con piú emozione una recentissima, che risale a 24 ore fa o poco piú, quella dell'addio di Roberta Vinci alla terra rossa ieri al Pietrangeli. A lei va il suo augurio:
«È un esempio di semplicità e professionalità, una campionessa partita dai campetti della puglia e arrivata a risultati incredibili. In bocca al lupo Roberta!».
 

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