Caso Giorgi, parla papà Sergio: «Vogliono escludere Camila dai Giochi? Pazienza...»

Sergio Giorgi parla alla figlia Camila
di Gianluca Cordella
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Mercoledì 6 Aprile 2016, 08:44 - Ultimo aggiornamento: 08:46
«Non posso parlare, ormai siamo arrivati a un punto in cui ci sono gli avvocati di mezzo». Sergio Giorgi, padre, allenatore e manager di Camila, stellina del tennis italiano, risponde da Katowice, dove la figlia ha cominciato con una vittoria 6-4 6-4 contro la bielorussa Sasnovich la difesa della finale raggiunta nel 2015. «Noi abbiamo una posizione, loro un'altra. Forse è colpa di tutti e due o forse di nessuno...». Non vuole, non può commentare, Sergio, la rinuncia della figlia alla convocazione azzurra in Fed Cup (rimpiazzata dalla Knapp), ma basta poco perché il carattere sanguigno abbia la meglio sulle dichiarazioni di convenienza.
Camila rischia di saltare le Olimpiadi, lo sa?
«Io ho perso una figlia (Antonella, 23 anni, morta in un incidente stradale nel 2010, ndr): saltare le Olimpiadi o pagare 300mila euro di multa per me sono solo cavolate. L'importante è che Camila sia serena. Non c'entrano ranking e soldi. C'entrano i figli. E io faccio tutto ciò che mi è possibile perché Camila stia bene».
 

Dicono che ci sia lei dietro il rifiuto azzurro di sua figlia...

«Camila ormai ha 24 anni, io ascolto quello che vuole fare e poi ne discutiamo insieme. Parlare di questo caso dall'esterno è molto facile. Ma è molto facile anche per me: io faccio solo ciò che è meglio per lei. Se vuole giocare i tornei e fare punti per il ranking giochiamo. Se vuole fare altro, facciamo altro».
Il coordinatore azzurro Palmieri, al nostro giornale, ha detto che Camila non fa più progressi e, anzi, il suo tennis è in involuzione. E che lei ha una responsabilità importante in questo...
«Mi sembra strano che Palmieri dica una cosa del genere. Se lui conosce così bene i migliori metodi di allenamento, se hanno Barazzutti in casa che dicono sia un fenomeno, com'è che non emerge più nessun talento? Io ho portato senza un soldo una ragazzina al numero 30 del mondo con un livello di gioco altissimo e con un potenziale che purtroppo è ancora in parte inespresso per colpa di problemi extra-campo. Loro quanti maestri hanno? Mille? Duemila? Allora come mai Burnett, Caregaro e compagnia non emergono? Poi magari Palmieri ha ragione e adesso vengono fuori dieci top ten italiane... Mi tiro fuori dai giochetti, “chi allena meglio, chi allena peggio...”».
Non pensa che restare fuori dal giro azzurro possa frenare la crescita di Camila?
«Il tennis è uno sport individuale, i tornei a squadre lasciano il tempo che trovano. Che esperienza può arrivare dalla Fed Cup? Stare lontani dalla federazione per me è un fatto positivo. Per questo sono molto rilassato, anzi, direi che sono proprio contento».
Di doman non v'è certezza, insomma...
«Di come finirà questa vicenda sinceramente non mi interessa proprio. Che possono fare? Ammazzarmi, tagliarmi una gamba? Non credo...».
 
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