Panatta 40 anni dopo la vittoria al Foro: «Nessun paragone con quel tempo. Ora abbiamo Fognini ma pochi giovani»

Adriano Panatta premiato al Foro Italico dopo il successo del 1976
di Carlo Santi
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Venerdì 13 Maggio 2016, 14:46 - Ultimo aggiornamento: 18:01

Quarant’anni fa Adriano Panatta era il re di Roma. Quel 1976 è stato, per il tennista romano, il momento più intenso della carriera: dopo gli Internazionali, dove ha battuto in finale Guillermo Vilas dopo aver superato, al punultimo atto del torneo, Newcombe, Panatta ha vinto subito dopo il Roland Garros e poi la Coppa Davis in Cile. Quella formidabile squadra di Davis guidata da Nicola Pietrangeli che era il capitano non giocatore, domenica verrà premiata al Foro Italico durante le due finali. C’erano, con Adriano, Corrado Barazzutti, Tonino Zugarelli e Paolo Bertolucci. Quella Davis è stata storica non solo per il successo sul campo ma per i significati politici che ha avuto. In Cile, contro il regime di Pinochet, gli azzurri hanno giocato con una maglietta rossa in segno di protesta.
 

 

Adriano, cos’è cambiato rispetto al 1976?
«Che sono più vecchio, purtroppo».
Va bene, il tempo passa per tutti. Ma nel tennis, soprattutto in quello di casa nostra?
«E’ difficile fare paragoni, soprattutto perché rispetto alla mia parliamo di epoche diverse. E nello sport è sempre complicato. E’ un po’ come dire: chi è più bravo, Rivera o Totti?».
Agli Internazionali i nostri giocatori sono usciti prestissimo di scena, compreso Fognini.
«Purtroppo guardiamo questo perché è Roma e, quindi, abbiamo un’attenzione diversa per i nostri. Fognini è un ottimo giocatore anche se manca di continuità e ha poco equilibrio. Ma tecnicamente è bravo».
Adriano, i nostri sono usciti tutti…
«Gli altri che hanno giocato al Foro Italico non erano tanto piccoli e hanno giocato contro giocatori forti».
Ma i giovani, le nuove leve, ci sono?
«Dietro mi dicono che non c’è molto. Io non ho visto diciottenni o ventenni in gradi di fare intravedere il campione del futuro. Ecco il problema: ci mancano i ricambi».
Al femminile le cose non sembrano andare meglio, vero?
«E’ così, in un settore dove negli ultimi anni il tennis italiano ha fatto meglio rispetto agli uomini. Flavia Pennetta si è ritirata, Francesca Schiavone quasi, Sara Errani non è al meglio e Roberta Vinci sta per chiudere. La speranza è Camila Giorgi che non c’era perché infortunata».
Il Foro è casa sua. Sta seguendo gli Internazionali?
«Guardo un po’ la televisione, qualche partita. Ma da casa».
 

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