Il Foro Italico si traveste da deserto: porte aperte solo alla malinconia

Il Foro Italico si traveste da deserto: porte aperte solo alla malinconia
di Gianluca Cordella
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Martedì 15 Settembre 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 11:21

Un gruppetto di giornalisti, i fotografi e gli operatori tv, i responsabili dell’Atp, qualche vigile del fuoco. Sul Pietrangeli, per il match più atteso della giornata - quello tra Jannik Sinner e Benoit Paire - c’è il pubblico delle grandi occasioni. Una trentina di persone disseminate qua e là che, dopo la decisione di far disputare il torneo a porte chiuse, sono il massimo che questa edizione lunare del torneo possa offrire ai suoi campioni. Che infilano un passante sulla riga e possono contare distintamente il numero delle mani che sottolinea la giocata con un applauso. Se l’applauso arriva perché il clima di privazione totale si porta via inevitabilmente anche l’onda lunga dell’emotività del tifo. E così la prima giornata della 77ª edizione degli Internazionali - ma non vediamo come le altre possano essere diverse - vive sul silenzio, sul vuoto che non è solo assenza di pubblico, ma assenza di sensi. Delle edizioni passate non c’è nulla. Il vialone affollato che fiancheggia il Centrale e si distende fino alla Grand Stand Arena è un deserto. A percorrerlo tutto a piedi sembra non finire mai. Manca il caos di migliaia di voci che si mischiano. Mancano i bambini che nell’area degli stand cercano gli eventi degli sponsor per andare a caccia di autografi dei campioni. Manca la ricerca compulsiva dei gadget (anche se a pensarci bene gli anni d’oro dei gadget al Foro sono finiti da un po’). Manca l’odore degli stand che mortifica i buoni propositi dei turisti a dieta: quest’anno non c’è da resistere ai fritti siciliani, alla pizza e mortazza o agli hamburger gourmet. E chi dovrebbe resistervi poi, se non quei trenta o poco più presenti alla partita di Sinner? Pensi che per forza di cose devi farti andare bene il tennis e basta. Eppure non c’è nemmeno la luce dei maxischermi con i “match in progress”. Insomma per capire se ci sono partite in corso bisogna stare in silenzio e seguire il rumore, più o meno vicino delle palline. Quando Paire inizia a litigare con l’arbitro l’effetto percepito è quello dei vicini di casa che litigano a notte fonda. Quando colpevolmente si abbassa il volume della tv per cercare di capire quali insulti stanno volando. Ecco, una cosa di questo tipo.

I SEGNALI
Nel clima di malinconia totale fanno ancora più tristezza quei segnali che lasciano intendere - come ammesso più volte dal presidente Fit Angelo Binaghi durante la conferenza di presentazione - che gli Internazionali ci credevano davvero che si potessero aprire la porte, anche soltanto per poche centinaia di persone. Basta dare un’occhiata al Centrale dove i seggiolini rialzati mostrano degli enormi cerchi bianchi. Poi li conti bene e ti accorgi che quei cerchi indicano un seggiolino ogni quattro: erano gli indicatori per garantire il distanziamento sociale a degli spettatori che non sono mai arrivati e che non arriveranno da qui a lunedì prossimo.

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