Due italiani negli ottavi di finale di un torneo Slam. Un delizioso Fabio Fognini e un solidissimo Matteo Berrettini superano entrambi in tre set De Minaur (6-4 6-3 6-4) e Khachanov (7-6 (1) 7-6 (5) 7-6 (5) e consegnano così agli annali un risultato che rappresenta, per gli italiani, il superamento di una sorta di colonna d’Ercole, di soglia psicologica che fa da confine tra un’epoca di vacche magre e una di vitelli d’oro.
Per dire: nel ’76 a Parigi ci riuscirono Panatta e Barazzutti e poi Adriano vinse il torneo.
Elegantissimo e spettacolare Fognini, potente e soprattutto centrato sul piano mentale. Berrettini, romano, si è infortunato ai muscoli addominali alla fine del terzo set dopo aver vinto i due tie break precedenti senza nemmeno faticare. A quel punto ha preso a servire la prima a 170 km/h e la seconda a 130 nonché a muoversi in modo innaturale: ma nonostante ciò ha sfruttato al meglio la sacra regola non scritta che contro un infortunato è assai più difficile far punto e il russo si è arreso anche nell’ultimo tie break.
Fognini affronterà Nadal (superato Cameron Norrie) mentre Berrettini è atteso da un supermatch contro Stefano Tsitsipas contro il quale in carriera ha sempre perso ma contro il quale due anni fa a Melbourne arrivò ad un soffio da quinto set. Due supermatch. Evviva.