Benvenuti a “Gaibledon”
giardino strappato al calcio

Benvenuti a “Gaibledon” giardino strappato al calcio
di Gianluca Cordella
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Martedì 8 Giugno 2021, 07:30

I quattro ragazzi con la chitarra partoriti dalla poetica vendittiana, in quel di Gaiba, piccolo centro in provincia di Rovigo, imbracciavano la racchetta. E il pianoforte sulla spalla era in realtà una rete da tennis che, piazzata al centro di un campo da calcio dismesso, trasformò l’impossibile nel primo passo verso il mondo. Una notte prima degli esami – declinazione veneta – che ha poco di convenzionale, insomma. Ma sbaglia di gran lunga chi, sin qui, ha pensato che una storia di maturandi e docenti c’entrasse poco con questioni tennistiche. Perché i quattro ragazzi con la racchetta, in realtà, un esame dovevano sostenerlo. Era quello al cospetto del professor Sogno e della professoressa Follia. Lo passarono a pieni voti. Era il 2012 e ora quei visionari sono a vario titolo nell’organigramma del Tennis Club Gaiba. Meglio noto come Gaibledon.
DIREZIONE LONDRA
La crasi, per fortuna, in questo caso ha nulla da spartire con battutacce da cinepanettone. Piuttosto esplicita la direzione di quell’esame: Londra, o meglio Wimbledon, il tempio. In fondo i sogni vanno fatti in grande, altrimenti è quasi meglio farne a meno. Così, mentre Gaiba e il suo circolo tennis con campi in terra rossa – ormai 9 anni fa – vivevano un discreto intasamento dei corsi, un gruppetto di giovani con la passione sfrenata per la racchetta pensò di risolvere il problema piazzando una rete sul vecchio campo da calcio del paese. In erba naturale. E così, tra i 992 abitanti del piccolo centro, iniziò a diffondersi una sorta di Federer-mania – o Borg, o Sampras, scegliete il campione erbivoro che più vi si confà – che nel giro di qualche mese portò alla nascita di ben quattro campi regolamentari e nel giro di qualche anno al battesimo del primo torneo internazionale su erba naturale mai organizzato nel nostro Paese. Nome ufficiale: Internazionali d’Italia su erba, tanto per rimarcare la peculiarità. Per gli amici, Gaibledon. Ieri il via alle ostilità, la finale il 13 giugno prossimo. Si tratta di un Futures maschile con 15 mila dollari di montepremi: tabellone delle qualificazioni e main draw da 32 giocatori l’uno e tabellone di doppio da 16 coppie. In campo giocatori a cavallo del 400° posto del ranking Atp (prima testa di serie è il nostro Alessandro Bega, numero 373 del mondo), che potranno essere applauditi, come deciso dal Cts, dal 25% dei tifosi potenzialmente ospitabili dalla struttura. Tradotto: 300 appassionati, un terzo degli abitanti di Gaiba. L’ingresso è libero: la storia non si paga. E c’è anche la copertura mediatica garantita dal portale dell’ITF, dal canale YouTube del circolo e da SuperTennis, la nuova piattaforma streaming della Fit.
«Il nostro sogno è realizzare un centro di eccellenza di tennis su erba che possa accogliere sia gli atleti amatoriali che i professionisti, magari accompagnandoli nella preparazione verso Wimbledon – racconta Elia Arbustini, presidente dell’Asd Tennis Club Gaiba, uno dei ragazzi con la racchetta – ma Gaibledon è anche una sfida, come quella di rigenerare un’area in disuso».

Non a caso quello green è un altro degli aspetti interessanti di questa storia, non soltanto per motivi di manto di gioco. Oltre a riqualificare l’area, infatti, si è scelto anche di gestirla a basso impatto ambientale. La stessa erba, mantenuta ogni giorno a 8 millimetri come da storica tradizione, è 100% chemical free. Sotto la supervisione del sindaco Nicola Zanca, che nel 2012 era presidente del circolo tennis ed è stato fondatore di Gaibledon, la sfida del piccolo ITF da record rilancia già verso il futuro. Altri due campi, sempre in erba naturale, saranno realizzati entro il 2022, ampliando le potenzialità del torneo. E aumentando il lavoro della nutrita schiera di Gardeners che ogni giorno si adopera per la tenuta dell’erba. Che va innaffiata tutte le notti. Al lavoro quotidiano di cui si è detto per mantenere gli 8 mm va aggiunto quello sulle righe che vanno ridisegnate ogni due giorni. I responsabili del circolo stimano che ogni stagione vengano percorsi più di 100 chilometri per il taglio dell’erba, mentre per ripassare le righe sia necessario l’utilizzo di 200 litri di colore ad acqua. Ma i sogni si nutrono di imprese, mica di numeri. E se non vi sembra un’impresa questa dei ragazzi di Gaiba...

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