Keita, il campioncino
nato da una sculacciata

Keita, il campioncino nato da una sculacciata
di Alessandro Angeloni
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Lunedì 3 Febbraio 2014, 01:17 - Ultimo aggiornamento: 01:18
VERONA Avr pensato, vuoi vedere che Radu mi ha salvato la carriera, mollandomi quelle due sculacciate? Forse sì, se lo sarà anche detto tra sé e sé il diciannovenne Keita che, appena segnato il gol al Bentegodi, ha guardato il rumeno e con lui si è scambiato un gesto d'intesa e un sorriso grande così. La sera di Lazio-Livorno, un mese e mezzo fa, dopo la lite Keita-Radu, la società ha punito il senegalese (con passaporto spagnolo). Il ragazzino viene spedito in tribuna, zitto e buono. Da quella volta qualcosa è cambiato. Keita è cresciuto, adesso sa stare nel gruppo senza per forza sentirsi Cristiano Ronaldo. Gioca, si dà da fare, segna (il terzo gol in campionato: Parma, Napoli e Chievo). Le sue prestazioni brillano. La stellina sta diventando una stella, forse anche grazie a quelle due pizze che si è beccato da Radu. Del resto anche Chinaglia prendeva a calci nel sedere D'Amico, no? La Lazio si è innamorata di questo ragazzo tre anni fa, quando giocava nella Cantera del Barça. Keita voleva scappare da Barcellona: il club non gradiva le sue bizze adolescenziali, lui si sentiva sottovalutato. Nel bel mezzo del tira e molla sul rinnovo, è arrivato Tare con la valigetta piena di 300 mila euro e se lo è portato a casa, tenendolo fermo per quasi un anno visto che Keita non riusciva a prendere la cittadinanza spagnola. A Roma ha incontrato papà Bollini, che adesso, fortuna sua, se lo ritrova come vice di Reja, ma all'epoca aveva costruito la Primavera sui suoi guizzi. Bollini lo sta aiutando a capire che esiste lui se prima esiste la squadra. Lui ha capito, pare.

Il debutto da professionista arriva il 15 settembre 2013 in occasione della vittoria casalinga per 3-0 proprio contro il Chievo Verona, Quattro giorni c'è anche il debutto in Europa con il Legia Varsavia. Nel frattemo, i due gol in A, qualche partita da titolare. E riecco il Chievo: una rete (con deviazione di Canini), un assist e un quasi gol di tacco. Tanta roba. Il suo gol più bello resta quello segnato al Napoli. Inutile, però.



IL CINGUETTIO

«Grande vittoria oggi contro il Chievo, contento per il gol e l'assist! Sempre (pronto ndr) per aiutare la squadra, grazie per il supporto! Saluti e baci a tutti!», il tweet del numero 14. Keita, che alla fine del primo tempo contro aveva definito Reja come l'artefice del rinascimento della Lazio. «Ci ha dato serenità. Con lui miglioro, ci chiede tanto sacrificio. Va bene così». Va benissimo.

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