Sesso con la fan nella toilette dei disabili all'aeroporto: sospeso l'All Black Aaron Smith

Teagan Voykovich e Aaron Smith
di Paolo Ricci Bitti
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Giovedì 6 Ottobre 2016, 10:06 - Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 20:17

Tre minuti di passione erotica che hanno messo nei guai Aaron Smith, fra le stelle degli invincibili All Blacks campioni del mondo del rugby. Il giocatore, 26 anni, 55 volte in nazionale, ha confermato a capo chino quanto raccontato da una coppia che il 18 settembre attendeva di usare per il proprio figlio una toilette per i disabili dell'aeroporto di Christchurch.
Preceduto da gemiti - come si dice - inequivocabili, il mediano di mischia con la divisa da viaggio degli All Blacks è stato visto uscire con il viso arrossato dalla toilette e subito dietro di lui una ragazza bionda, ugualmente arruffata. Bellissima, va da sè.

Il primo problema, personale, e che quella ragazza non è Teagan Voykovich (nella foto) fidanzata da tempo con l'asso neozelandese. Ma questa è una questione privata. E' invece pubblico tutto il resto perché nella Terra della lunga nuvola bianca non ci sono mezze misure a proposito della nazionale di rugby: se vesti la maglia degli All Blacks devi farti carico di tutta la storia e di tutti i valori che rappresenta, valori che sconfinano nel mito e nella religione. Valori da rispettare In campo e nella vita di tutti giorni. Sempre, senza alcuna deroga o ammiccamento. 

E anche l'uso improprio di una toilette per disabili non fa che aggiungere imbarazzo a una storia finita in prima pagina nei media kiwi.

Il giocatore ha ammesso davanti al ct Steve Hansen e ai veterani della squadra, a cominciare dal capitano Kieran Read, di avere commesso un grave errore ed ha chiesto di poter lasciare il Sud Africa dove la squadra è in attesa di affrontare sabato gli Springboks. Richiesta naturalmente accordata: quella storia è incompatibile con il mondo degli All Blacks, come ha sentenziato anche Steve Tew, presidente della federazione neozelandese. Nei prossimi giorni si saprà quanto tempo Smith dovrà restare in punizione: il 5 novembre era attesto dal test match Chicago contro l'Irlanda e il 12 a Roma contro l'Italia.

LA POLEMICA PER IL VIDEO DI SCUSE
Prima di lasciare il Sud Africa, Aaron Smith è stato convinto dallo staff degli All Blacks a presentarsi davanti agli inviati al seguito della squadra. Una mossa che non solo in Nuova Zelanda non ha mancato di sollevare polemiche e che ha finito per innescare non pochi commenti a favore del giocatore. In una affollata e rumorosa hall di un hotel a Durban - un luogo assolutamente inadatto alla situazione -  il mediano di mischia è stato dato in pasto alle telecamere: Smith ha detto di aver commesso un grosso errore e ha chiesto scusa alla fidanzata, alla sua famiglia, a quella della fidanzata, ai compagni di squadra, alla federazione, ai tifosi. Tesissimo, in lacrime, il giocatore che in campo non ha paura di giganti grandi il doppio di lui, non è riuscito a sostenere fino in fondo questa "confessione" che è parsa ai più un'inutile gogna amplificata dai social. Una punizione che in altri contesti sportivi e sociali non sarebbe nemmeno stata immaginata e che fatica anche ad essere inquadrata nel tradizionale rigore legato agli All Blacks.
 

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