Rugby Sei Nazioni Italia perde ancora ma contro la Scozia segna 3 mete e non sfigura: all'Olimpico finisce 22-33

In tribuna profughi dell'Ucraina e il rugbysta imprenditore veneziano Marco Zennaro appena liberato dal Sudan

Rugby Italia diretta live: sfida alla Scozia oggi all'Olimpico Massimo Cuttitta Cup Centurioni Ucraina Marco Zannaro Harpastum
di Paolo Ricci Bitti
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Sabato 12 Marzo 2022, 03:07 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 11:15

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Contro la Scozia l'Italia doveva perdere di almeno 20 punti, ma invece all'Olimpico è finita 22-33 (p.t. 10-19): dimezzato insommail gap stabilito dai solitamente infallibili allibratori inglesi. Si potevano battere gli highlander sostenuti dai 7mila fedeli in pellegrinaggio a Roma che si sono mischiati ai 34mila italiani sulle tribune dello stadione? No, francamente no, perché della 36a sconfitta di seguito nel Sei Nazioni restano sensazioni di forte delusione alleggerite da alcune fiammate che illuminano un po' il futuro di questa nazionale.

Allora, gli azzurri hanno incassato le 5 mete di prammatica, una maledizione che pare scolpita nel granito, ma finalmente ne hanno segnato 3 di cui solo l'ultimo a babbo veramente morto, fermo restando che nel rugby non vengono mai concessi regali anche se l'arbitro sta per fischiare la fine e si sta vincendo largamente. 

 

E' che gli azzurri hanno iniziato alla grande il match segnando un penalty con Garbisi e schiacciando gli scozzesi nella loro metà campo: buon possesso dalle fasi statiche e belle corse delle ali Bruno e Ioane. Urca, non male davvero. Il primo quarto stava per finire quando la difesa azzurra ha commesso il primo errore mancando un placcaggio sulla fascia. Un'azione favorita da un errore di Garbisi che non ha mandato un touche un penalty che che avrebbe regalto una touche in attacco. Risultato: al 18' meta di Johnson  e sorpasso 3-5. L'Italia non ha dato l'impressione di accusare il colpo e si è riportata sotto i pali scozzesi inanellando fasi fino a portarsi a un passo dalla meta: quello del mediamo di mischia Braley doveva essere l'assist per la marcatura. Il numero 9 azzurro poteva scegliere fra compagni in sostegno e ha puntato su quello sbagliato. Russell ha intercettato la palla e dopo un coast to coast Johnson ha segnato per il 3-12 al 23'. Che rabbia. Caso vuole che 6 minuti dopo lo stesso Braley abbia raccolto il pallone magnificamente tenuto in vita da Bruno danzando sulla linea di touche: bella meta quel 10-12.

Il the era ormai in vista con la partita sempre in bilico: bene Garbisi in regia, bene anche Halafihi a portare il pallone in profondità e Brex a chiudere ogni buco in difesa. Fatto sta che al 36' la Scozia si riaffaccia in avanti e segna per il 10-19 senza sudare nemmeno un po' come farà poi all'8' della ripresa marcando con Graham.

Ecco il lato oscuro della partita dell'Italia: nei primi 53' minuti del match gli avversari si sono avvicinati solo 5 volte all'area di meta azzurra segnando però in 4 occasioni. Molta resa e poca spesa. Certo, la classe scozzese è cristallina, nettamente superiore a quella azzurra, come si sapeva, ma questa volta Lamaro e compagni, pur dannandosi l'anima, non sono riusciti a essere feroci su ogni placcaggio, su ogni punto di incontro. Non così certa anche la prima linea  Fischetti, Nicotera (debuttante), Ceccarelli. La partita è finta al 62' con la meta di Hogg, il fuoriclassse dei fuoriclasse, che ha scritto 10-33 sul tabellone. Anzi, no, perché nel frattempo Bruno era stato sostituito dal 22enne debuttante Ange Capuozzo, estremo o ala nato a Grenoble, italiano grazie al padre figlio di emigranti napoletani espatriati nel dopoguerra,  stella della serie B (Pro D2) francese in procinto di salire di categoria a Tolosa. Grande tecnica, veloce, ottimo senso della posizione e cambi di passo ubriacanti. Al 65' ha segnato la prima meta portando l'Italia sul 17-33 e mettendo qualche ansia agli scozzesi che pure rimettendosi a testa bassa non sono riusciti a evitare il bis del folletto con il cronometro già in rosso: 22-33. Molto meglio del previsto, anche se per consolazione più consistenti bisognerà ancora attendere.

Dopo la partita la cerimonia di consegna della Massimo Cuttitta Cup magnificamente ideata dalla federazione scozzese per ricordare l'azzurro morto nel 2021 di Covid a 54 anni (vedi anche sotto). "Maus", di Latina, allenò per sei stagioni la mischia highlander ottenendo enormi risultati: la coppa è stata consegnata al capitano Hogg dai fratelli Marcello e Michele in uno scenario postpartita che meritava tuttavia più attenzione da parte della Fir che deve molto ai fratelli Cuttitta.

Così come meritavano più attenzione sia il ricordo del professore Franco Ascantini, morto il mese scorso dopo una vita dedicata all'educazione di generazioni di rugbysti, sia la cerimomia in onore dei Centurioni, ovvero degli azzurri che hanno almeno 100 caps (presenze): Sara Barattin (tutt'ora in attività), Mauro Bergamasco "BergaMauro", Marco Bortolami, Martin "Castro" Castrogiovanni, Andrea Lo Cicero, il Barone, Leonardo "Leo" Ghiraldini, Alessandro "Tronky" Troncon e Alessandro Zanni, Ironman (vedi anche sotto).

Se ben allestita, questa iniziativa che partiva con i migliori presupposti, avrebbe dato il giustificato risalto a questi campioni e a quello che significano nella storia del movimento. Peccato, un'occasione sprecata.

Ah, in tribuna hanno finalmente sorriso in cinque: quattro profughi ucraini in rappresentanza dei 49 accolti in Italia in settimana dalle Zebre di Parma e il veneziano 47enne Marco Zennaro, rugbysta, allenatore e imprenditore di Venezia. L'imprenditore è atterrato a Roma su un aereo - decollato da Khartum - poche ore prima del match e la Federugby l'ha voluto subito all'Olimpico per aiutarlo a dimenticare l'ultimo, terribile, anno trascorso in Sudan, vittima di un processo farsa prima del quale è stato anche rinchiuso in carcere duro per due mesi. L'uomo è diventato di fatto un ostaggio in un paese dilaniato anche da un colpo di stato. E la stessa Federugby si era mobilitata per fargli riconquistare la libertà. 

Il tabellino

Roma - Stadio Olimpico
Sabato 12 marzo 2022
Guinness Six Nations – Quarta Giornata

Italia v Scozia 22-33 (10-19)

Marcatori: PT  3’ cp Garbisi (3-0); 18’ m. Johnson, nt (3-5); 22’ m. Harris, t. Russell (3-12); 29’ m. Braley, t. Garbisi (10-12); 36’ m. Harris, t. Russell (10-19).

ST 48’ m. Graham, t. Russell (10-26); 60’ m. Hogg, t. Russell (10-33); 64’ m. Capuozzo, t. Garbisi (17-33); 80’ m. Capuozzo, nt (22-33) 

Italia: Padovani (67’ Zanon); Bruno (45’ Capuozzo), Brex (34’ – 41’ Zanon HIA) , Marin, Ioane; Garbisi, Braley (51’ Fusco); Halafihi, Lamaro (C) (15’ – 22’ Steyn), Pettinelli (71’ Steyn); Ruzza, Cannone (54’ Sisi); Ceccarelli (51’ Pasquali), Nicotera (51’ Bigi), Fischetti (51’ Nemer)

A disposizione: Bigi, Nemer, Pasquali, Sisi, Steyn, Fusco, Zanon, Capuozzo

Head Coach: Kieran Crowley

Scozia: Hogg (C); Graham, Harris, Johnson (75’ Tuipolotu), Steyn; Russell (75’ Hastings), Price (75’ Vellacott); M. Fagerson, Watson, Darge; Gilchrist, Skinner (75’ Hodgson); Z. Fagerson (59’ Nel), Turner (59’ McInally), Schoeman (59’ Dell).

A disposizione: McInally, Dell, Nel, Hodgson, Bradbury, Vellacott, Hastings, Tuipolotu

Head Coach: Greg Townsend

Arbitro: Luke Pearce (RFU)
Assistenti: Andrew Brace (IRFU), Craig Evans (WRU)
TMO: Stuart Terheege (RFU)


Cartellini: nessuno

Calciatori: Garbisi (ITA) 3/6; Russell 4/5

Note: Giornata fresca ma soleggiata, terreno di gioco in perfette condizioni, spettatori 41214. Consegnati i caps celebrativi per i Centurioni Azzurri Lo Cicero, Zanni, Bergamasco, Barattin, Castrogiovanni, Troncon e Parisse (assente per impegni col Club). Presente in tribuna il veneziano Marco Zennaro, ex giocatore ed allenatore del settore giovanile del Venezia Rugby detenuto illegittimamente in Sudan da un anno e rientrato in Italia con un volo nella tarda mattinata. A fine gara consegnata alla Scozia la Cuttitta Cup nella prima edizione del trofeo tra le due federazioni.

Player of the Match: Ali Price (SCO)

 

L'attesa

Davanti a 40 mila fedeli, compresi i 5mila in kilt, l'Italia del capitano Michele Lamaro prova oggi alle 15.15  all’Olimpico a inceppare la Scozia, l’ultima protagonista del Sei Nazioni che l’Italia è riuscita a battere giusto 35 partite fa, correva l’anno 2015, quando ancora lo Stadione con il rugby si riempiva fino all'ultimo posto mentre oggi restano a disposizione (biglietterie quindi aperte) circa 7mila seggiolini, visto che la capienza è limitata a 47mila spettatori per le misure di contenimento del Covid. Pur facendo la tara degli effetti della pandemìa, sembra davvero passato un secolo che quei sold out a quota 72mila. 

Possibilità di battere gli scozzesi di Hogg e Watson? A dir poco remote, anzi, per gli allibratori la tariffa è di almeno 20 punti di scarto perché la Scozia, anche se non è più in corsa per la vittoria del torneo, vanta ancora una cilindrata esagerata rispetto all'Italia.

Nonostante abbiano subito almeno cinque mete a partite, gli azzurri del ct Kieran Crowley hanno comunque fatto progressi in difesa e nella tenuta fisica «quindi contro la Scozia cercheremo di fare un altro passo avanti in fase di attacco» dice con qualche giustificata ambizione Lamaro (miglior placcatore del Sei Nazioni, ndr) che già nella partita contro l'Irlanda due settimane fa ha inserito nella tenuta di gioco i colori giallo e celeste della bandiera ucraina in segno di solidarietà con la popolazione aggredita dalla Russia.

Lamaro avrà a fianco i debuttanti Giacomo Nicotera (tallonatore, 25 anni, di Trieste, Benetton Treviso, subito titolare) e Ange Capuozzo (estremo, 22 anni, di Grenoble, in panchina) con l'obbiettivo che allora non è solo quello di limare al massimo quel gap facendo sudare gli scozzesi la cui federazione ha tuttavia intanto già segnato una meta meravigliosa ideando la Cuttitta Cup, elegante trofeo oggi in palio per onorare la memoria del pilone azzurro Massimo morto di Covid a 54 anni nel 2021.

Per sei stagioni “Maus”, di Latina, 69 caps compresi quelli dei match che hanno portato l'Italia nel Sei Nazioni, ha allenato la mischia del Cardo segnando la rinascita degli highlander. Poi ha allenato anche il pack del Canada sempre con ottimi risultati che tuttavia non gli hanno mai fatto guadagnare l'attenzione della Federugby, notoriamente ricca di tecnici italiani di livello internazionale.

A ogni modo a celebrare l'epopea di Massimo, per 22 volte anche capitano azzurro, ci ha pensato l'union scozzese. «Quando Maus è scomparso, è stato subito evidente quanto rispettato e benvoluto fosse sia in Italia sia Scozia ed altrove, sia come tecnico sia quale uomo altruista, caloroso e pieno di attenzioni per il prossimo - ha detto Mark Dobson, Scottish Rugby's Chief Executive - Un grande uomo, capace di impressionare fortemente colore che sono stati abbastanza fortunati da incontrarlo. Volevamo realizzare qualcosa di tangibile per ricordare Massimo e siamo felici di aver sviluppato questa coppa in sui onore».

La famiglia Cuttitta è stata pienamente coinvolta nel progetto. Il fratello gemello di Massimo, Marcello, indimenticabile ala azzurra degli Anni '90, ha dichiarato: «Siamo stati onorati quando la Scozia ci ha contattati dicendoci di voler dar vita a una competizione in memoria di Mouse. Massimo amava la Scozia e gli scozzesi. C'è sempre una storia dietro ad ogni trofeo sportivo e pensare che tra cento anni, grazie a questa coppa, la gente conoscerà la storia di Massimo è qualcosa di incredibile».

La coppa Massimo Cuttita e i suoi 8 elementi come gli 8 avanti della mischia - Video

«Massimo è stato un grande servitore del rugby italiano durante la sua carriera con la maglia azzurra e, grazie al suo lavoro di tecnico, alla sua capacità di innovare la mischia, un prezioso ambasciatore del nostro movimento all'estero. La Cuttitta Cup è la testimonianza concreta del lascito di Mouse ben al di fuori dei nostri confini, siamo fieri di aver contributo a questo progetto e di poter mettere in palio la coppa per la prima volta proprio sul nostro campo di casa» aggiunge il presidente della Fir, Marzio Innocenti. 

I centurioni

A bordocampo oggi onore anche per i centurioni, gli azzurri con più di 100 caps, ovvero Sara Barattin (tutt'ora in attività), Mauro Bergamasco "BergaMauro", Marco Bortolami, Martin "Castro" Castrogiovanni, Andrea Lo Cicero, il Barone, Leonardo "Leo" Ghiraldini, Alessandro "Tronky" Troncon e Alessandro Zanni, Ironman. Vengono gli occhi lucidi a rileggere le pagine che hanno scritto nel librone del rugby italico. Molte delle loro maglie sono esposte al Museo del Rugby di Artena che in settimana ha accolto la nazionale in pellegrinaggio nella storia del movimento ovale italiano: «E' impressionante ricordare quanto hanno dato questi campioni - ha detto il capitano Lamaro - al nostro sport. Ci sono di esempio con la loro dedizione: anno dopo anno hanno lottato con tutte le loro forze per conquistare ogni volta la maglia azzurra di cui si sono considerati orgogliosi custodi e non proprietari».

Solidarietà con l'Ucraina

In tribuna anche una delegazione dei 49 profughi ucraini accolti in Italia dalle Zebre di Parma che hanno allestito un pullman per andarli a prendere direttamente alla frontiera del loro paese.

Marco Zennaro libero

Se l'aereo da Khartum non sarà in ritardo in tribuna arriverà oggi anche il rugbysta veneziano 47enne Marco Zennaro rientrato proprio questa mattina dal Sudan dove è stato costretto a trascorrere, anche in carcere duro, l’ultimo anno, ostaggio di un processo farsa: per la sua liberazione si era mobilitata anche la Fir. 

Dall'Harpastum al Football giocato alla maniera del college della città di Rugby

Dove è nato il rugby, quello del Sei Nazioni? Nella città di Rugby, nel nord dell'Inghilterra, nella Britannia dove duemila anni i legionari di Giulio Cesare portarono l'Harpastum, duro gioco di combattimento. In che cosa consisteva?

«L'appuntamento è oggi alle 12 dove lo spirito dell'antica Roma si trasferirà dal Colosseo allo Stadio dei Marmi. La Federazione Italiana Rugby promuove, all'interno dei numerosi eventi che ruotano attorno alla tappa del Sei Nazioni, l'iniziativa della Lega Harpastum Calcio Antico che si esibirà presso lo Stadio dei Marmi». Lo fa sapere la Federugby con una nota. «Una collaborazione nata dalle similitudini tra i due sport, tanto nei valori che nel legame storico. Infatti l'Harpastum è di fatto l'antenata del rugby. Inoltre c'è la comunione d'intenti nel voler raccontare con lo sport anche una storia antica, comune a tutta l'Italia». «Tale aspetto rievocativo verrà rimarcato dall'esibizione del Gruppo Storico Romano. Vestali e Gladiatori infatti apriranno la dimostrazione del match di Harpastum. Nell'esibizione di circa 40' si affronteranno due rappresentative della Legio XI, l'unica squadra romana di Calcio Antico della Capitale».  Il Presidente della Lega Harpastum Calcio Antico, Massimiliano Scaringella, osserva che «lo sport è un veicolo di valori importanti e l'evento del 12 marzo ne è la prova. Rugby e Harpastum si basano sugli stessi principi, quelli di lealtà, rispetto e non solo. Tra i valori principali c'è sicuramente il rispetto delle regole e non a caso la Lega Harpastum Calcio Antico si è dotata di un regolamento condiviso per tutelare al meglio tutti i partecipanti. Essere uniti nel promuovere tali valori è fondamentale. Per questo vanno ringraziati tutti coloro che si prodigano fuori e dentro al campo per portare avanti questa solidarietà tra diverse realtà sportive».

Paolo Ricci Bitti

Le formazioni

Sei Nazioni, quarto turno

Quarto turno: ieri Galles-Francia 13-9; oggi 12 marzo Italia-Scozia alle 15.15 (diretta su Sky Sport 1, Sky Sport Arena e TV8 dalle 14.30), Inghilterra-Irlanda dalle 17.45 (SkySport e Now Tv).

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