Rugby, Innocenti: «Sei Nazioni, non siamo soddisfatti, volevamo due vittorie». Parisse disponibile per i Mondiali

Il presidente della Fir: "Il futuro del ct Crowley? Troppo presto per parlarne, il suo contratto scade nel giugno 2024"

Da sinistra, Sergio Parisse, Monty Ioane e Ange Capuozzo
di Paolo Ricci Bitti
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Martedì 28 Marzo 2023, 03:11 - Ultimo aggiornamento: 22:16

Se alla vigilia del Sei Nazioni più duro di sempre (mai le prime due squadre del ranking mondiale del rugby erano state europee) fissi e annunci l'obbiettivo di «almeno due vittorie» e poi di queste vittorie non ne arriva nemmeno una (come del resto avevano previsto tutti gli allibratori), logico che sia «Non siamo soddisfatti» il commento del presidente della Fir, Marzio Innocenti, al giro di boa del suo mandato. Il suo primo Sei Nazioni si era chiuso con la sorprendente e liberatoria vittoria in Galles, il secondo è terminato con il suo primo cucchiaio di legno (tutte sconfitte) che si aggiunge agli 11 messi nella credenza dai suoi predecessori in 24 edizioni.

Per gli arrembanti e sempre, ma proprio sempre competitivi Under 20, poi, solo due vittorie (rispetto alle tre dell'anno scorso) che tuttavia, grazie ai punti di bonus e all'incrocio degli altri risultati, hanno fruttato un prestigioso terzo posto finale, miglior risultato di sempre degli azzurrini anche quest'anno affidati a Massimo Brunello, futuribile ct della nazionale maggiore che dal 1999 non è guidata da un italiano. «Il contratto dell'attuale ct Crowley - a domanda risponde Innocenti nella conferenza stampa di chiusura del Torneo - scadrà nel giugno 2024 e adesso su questo argomento non c'è niente altro da dire».

«Non siamo soddisfatti: ci eravamo posti un obiettivo raggiungibile, ossia vincere due partite, e non l'abbiamo ottenuto - aggiunge - In un Torneo in cui è stata sempre all'altezza degli avversari, l'Italia non ha vinto neanche la gara col Galles a Roma, in cui era evidente che fossimo i migliori in campo. Giocatori e tecnici devono imparare a vincere un certo tipo di partite, senza mai dimenticare che al Sei Nazioni affrontiamo squadre che si trovano tra le prime 10 al mondo (gli azzurri nel frattempo sono scivolati al 14°). I ragazzi hanno giocato un rugby bello, a volte molto rischioso: questa squadra ha comunque un futuro».

Di certo il ct neozelandese Kieran Crowley ha fatto un altro significativo passo avanti nella costruzione dell'identità e del gioco della giovane Nazionale: difesa ancora da registrare, ma verve in attacco che ha innescato ottime recensioni anche dall'estero. E poi, finalmente, una tenuta fisica per tutta la partita, anzi, in crescendo. Giocatori come il capitano Lamaro, Ruzza, Fischetti, Negri e i fratelli Cannone sempre con ottimi voti sulla stampa estera.

Per di più è mancato nelle due partite più abbordabili (Galles in casa, vittoria davvero buttata via, e Scozia fuori, sprecato un inaspettato match point  che vengono ancora scompensi cardiaci a ricordarlo) proprio il nostro attaccante più pericoloso, Ange Capuozzo, ora convalescente, ma recuperabile già per i quattro test match estivi di approccio al Mondiale in Francia da settembre, ovvero Scozia 29 luglio e Irlanda 5 agosto fuori, Romania 19 agosto in Italia e Giappone 26 agosto forse a Venezia.

Mondiali per i quali rientrerà anche l'altra freccia azzurra più acuminata, Monty Ioane, assente dal Sei Nazioni per concordate questioni contrattuali, mentre per la mischia il ct ha confermato che Sergio Parisse, 40 anni a settembre che non si notano mentre martella ancora sull'incudine per il Tolone, è disponibile per la convocazione.

Diventerebbe, sua Immensità Sergio, il primo giocatore al mondo a cimentarsi in sei edizioni della coppa dedicata a William Webb Ellis, leggendario (letteralmente) inventore del "gioco del football con le regole del collegio della città inglese di Rugby" giusto 200 anni fa. 

Anche al gioco più brillante degli azzurri viene attribuito il merito di avere riportato un congruo numero di fedeli all'Olimpico con relativo, festoso e coinvolgente Villaggio del Terzo tempo, lo scenario senza dubbio migliore rispetto alla concorrenza che il Torneo l'ha fondato nel 1883: «Nelle tre partite casalinghe siamo tornati ai numeri pre-Covid - dice ancora Innocenti -  gli spettatori sono stati 153.722 con un incasso di 4,2 milioni di euro. E un terzo del pubblico è costituito da donne, il che ci fa molto piacere. Le persone si sono avvicinate al Sei Nazioni  perché i ragazzi hanno giocato un bel rugby, a volte molto rischioso, ma dando un'immagine che si addice agli italiani».

E il ct Kieran Crowley che cosa dice (in inglese, ça va sans dire) del suo secondo Sei Nazioni. «Difficile dare un voto netto, sintetico, dentro di me vi sono sensazioni contrastanti: negli ultimi sedici mesi abbiamo fatto grandi passi in avanti schierando 23 nuovi giocatori e creando, partita dopo partita, una nostra identità di gioco. Strategie troppo rischiose? L'Italia era da anni nella stessa posizione, tattica e nel ranking, perciò abbiamo ideato un gioco diverso che ci permetta di sfruttare meglio le nostre caratteristiche: ai ragazzi, si vede bene, questo metodo più espansivo piace ed evidentemente piace anche al pubblico. C'è però anche la frustrazione per non aver raggiunto i nostri obiettivi, per non avere vinto partite alla nostra portata. Adesso lavoremo per rendere più concreto il nostro gioco. Credo tuttvia che il Sei Nazioni 2023 sia stato il migliore degli ultimi dieci anni»

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