Rugby, gli azzurri di O'Shea e Parisse ingaggiano Leonardo da Vinci sulla strada dei Mondiali in Giappone - I 4 test match estivi

Rugby, gli azzurri di O'Shea e Parisse ingaggiano Leonardo da Vinci sulla strada della Coppa del Mondo in Giappone
di Paolo Ricci Bitti
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Venerdì 2 Agosto 2019, 16:04 - Ultimo aggiornamento: 16:17
Già imbarcati dall'anno scorso tutti i Santi grazie allo sponsor Cattolica, gli azzurri di O'Shea e Parisse ingaggiano adesso anche Leonardo da Vinci e Vitruvio sulla strada impervia che ai Mondiali in autunno li porterà ad affrontare anche il Sud Africa e le loro Maestà All Blacks dopo essersi scaldati con Irlanda, Russia, Francia e Inghilterra durante la più torrida estate di sempre del rugby italico.

La geniale idea di ispirarsi al sommo vinciano e all'archittetto principe della grandiosità romanità è venuta alla bolognese Macron che ha trapuntato, con eleganza al limite dell'invisibile, appunto il disegno dell'Uomo Vitruviano sul retro delle maglie dell'Italia che vedremo per la prima volta in campo il 10 agosto a Dublino nel primo dei quattro test match di avvicinamento alla Coppa del Mondo.













Dal 1490 il piccolo Uomo Vitruviano (34 centimetri per 22) allarga le braccia come per apprestarsi a un placcaggio e soprattutto per racchiudere le dimensioni dell'essere umano nel cerchio e nel quadrato, rappresentazioni della perfezione divina e della Terra.

Perfezione e armonia ispirate a Leonardo dal trattato sull'architettura di Vitruvio (I secolo avanti Cristo) e alle quali dovranno puntare gli azzurri per centrare l'impresa sin qui mai riuscita nelle prime otto edizioni della Coppa del Mondo, ovvero superare la fase preliminare e approdare ai quarti di finale.

Senonché di ogni gruppo proseguono solo le prime due che si immagina bene quali potrebbero essere fra Nuova Zelanda, Sud Africa, Italia, Canada e Namibia. Ma, tant'è, bisogna provarci con tutte le forze aggrappandosi a ogni circostanza, a cominciare da quella che fa dire al ct O'Shea di essere certo di portare in Giappone la migliore Italia rispetto a tutte le edizioni iradate precedenti. 

A ogni modo quel leonardesco Uomo Vitruviano adottato d'ora in poi  dagli azzurri è già piaciuto un sacco nel mondo del rugby, a cominciare dai giapponesi padroni di casa dei Mondiali, anche perché questo gioco fin dall'inzio si è abbeverato ai Classici essendo nato nel college della città inglese di rugby per educare la classe dirigente dell'impero britannico, da sempre in adorazione dei genio italico per la verità ancora non del tutto espresso in fatto di mete e placcaggi.

In questi giorni la Macron ha presentato sia la maglia dell'Italia per i Mondiali sia quella per gli allenamenti e i test match estivi e il prossimo il Sei Nazioni. La differenza ben ravvisabile è che nel primo caso, ovvero per le partite della Coppa del Mondo, la maglia non può riportare il ricamo dello sponsor Cattolica: regola che vale solo per le partiite, ma non per gli allenamenti, dei Mondiali. Perché? Sono gli effetti degli ultimi, residuali e ipocriti pudori della palla ovale che solo nel 1995 ha abbracciato il demone del professionismo.

IL RITORNO DELLA RAI
Intanto gli azzurri di O'Shea e Parisse, che nel frattempo hanno perso il roccioso centro Tommaso Castello, si ritroveranno il 4 agosto a Dublino per preparare la sfida all’Irlanda, in programma il 10 alle ore 15 italiane, continuando poi il mese con le sfide alla Russia (17 agosto a San Benedetto del Tronto, alle  18.25) e alla Francia (30 agosto a Parigi, alle  21.10). Questi test match saranno trasmessi in diretta su Rai 2, mentre la partita del  6 settembre contro l’Inghilterra – a Newcastle alle 20.45 – sarà visibile in diretta su Sky Sport. Un riscaldamento un tantino pesante quello che attende gli azzurri destinati ai Mondiali: un mezzo Sei nazioni più l'unica partita dal pronostico favorevole, quella con la Russia, ventesima al mondo mentre l'Italia è 13a rispetto a Irlanda 3a, Inghilterra 5a e Francia 8a, potenze dalla panchina ben lunga di quella disponibile per O'Shea.  

Rai 2? Sì avete letto bene. Dopo il campionato Top 12, anche la nazionale torna a casa Rai che trasmetterà dal 22 settembre anche le quattro partite degli azzurri nella poule preliminare ai Mondiali in Giappone, oltre poi alle semifinali, alla finalina del 3° posto e la finale. L'Italia del rugby in chiaro sulla Rai è un notevole successo: sussulta la memoria ripescando fra le emozioni i primi mondiali raccontati da Paolo Rosi (1987 in Nuova Zelanda) e il primo Sei Nazioni con il sorprendente debutto trionfale degli azzurri contro la Scozia al Flaminio narrato da Andrea Fusco. 


 
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