ALL BLACKS
Fra questi c'è, in pianta stabile da quanto venne ammessa nel Sei Nazioni, appunto l'Italia che domani mattina affronterà la Namibia nello stadio Hanazono di Higashiosaka, a sud di Tokio, ché per questa nona edizione del Mondiale il rugby ha abbandonato per la prima volta le terre note dell'ex impero britannico, più la Francia, per avventurarsi in Asia, nel ricco Giappone che per accogliere la Coppa del Mondo ha persino imparato il complicatissimo cimrico, insomma il gaelico gallese. In realtà, a essere onesti, su Italia-Namibia c'è ben poco da dire a parte l'atavica umidità made in Japan che ha spinto gli scozzesi ad allenarsi, per dire, dopo aver cosparso la palla ovale di shampoo: i namibiani sono 23i nel ranking internazionale (10 gradini sotto gli azzurri) e di 19 partite in 5 Mondiali non ne hanno mai vinta una. Sarà così anche dopo il match con gli azzurri informazione risparmiosa (fuori Minozzi e Negri) che dovranno pensare a conquistare in fretta il punto di bonus (almeno 4 mete) per poi tirare il fiato in vista del secondo match scontato, dopo appena 4 giorni, contro il Canada, 22° nel ranking.
«Non sono d'accordo con chi dice - spiega il capitano dei record - che il nostro mondiale comincerà, e finirà pure, solo il 12 ottobre contro il Sudafrica. Intanto partecipare ai Mondiali è l'esperienza principe per ogni rugbysta e ho lo stesso entusiasmo del 2003. Poi il ct O'Shea ha assemblato in questi quattro anni un gruppo con parecchio carattere. Restiamo concentrati e rispettosi di Namibia e Canada e poi senza timori affrontiamo gli Springboks e la Nuova Zelanda (che fra l'altro si affrontano questa mattina, tutti davanti a RaiSport, eh). Proprio il Sud Africa ai Mondiali 2015 cadde per mano del Giappone e l'anno dopo l'abbiamo battuto a Firenze».
Già, tutto vero, anche se con modestia il ct irlandese dell'Italia non ricorda mai l'exploit del 2016. Epperò, anche senza considerare le quote impietose dei bookmaker, la logica dice che anche questa volta «l'Italia migliore di sempre» (O'Shea dixit) mancherà il passaggio nei quarti di finale, com'è del resto avvenuto anche quando un sorteggio più benevolo ci aveva messo di fronte Fiji, Galles, Scozia o Irlanda e non i due colossi dell'Emisfero sud.
«Ma perché fare tutti questi calcoli? - dice il ct che nel 2020 lascerà la panchina azzurra- siamo qui per giocarcela dando il tutto per tutto e non ho dubbi che sarà così. Meglio non avremmo potuto lavorare e ora non vediamo l'ora di dimostrarlo: abbiate fiducia». Quella che non manca mai, mondiale dopo mondiale, ai fedeli del rugby.
LA NOVITA' STREAMING
Le 30 partite dei Mondiali (su 48) che non saranno trasmesse dalla Rai potranno essere viste sul servizio streaming di www.rugbyworldcup.com.
La formazione: Hayward; Padovani, Benvenuti, Morisi, Bellini; Allan, Tebaldi; Parisse (cap.), Mbandà, Steyn; Ruzza, Zanni; Pasquali, Bigi, Quaglio. A disp. Fabiani, Ferrari, Riccioni, Budd, Polledri, Palazzani, Canna.
Il programma degli azzurri (dirette Rai2, ora italiana): domani Italia-Namibia alle 7.05; 26 settembre Italia-Canada alle 9.35; 4 ottobre Italia-Sudafrica alle 11.35; 12 ottobre Italia-Nuova Zelanda alle 6.35.
Ieri: Giappone-Russia 30-10
Oggi (21 settembre): Australia- Fiji 39-21 Francia-Argentina alle 9.15; Nuova Zelanda-Sudafrica alle 11.30 (RaiSport + HD canale 57 dt)
Domani (22 settembre): Irlanda-Scozia alle 9.45; Inghilterra-Tonga alle 11.
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