Rugby, all'Unione Capitolina progetto
contro le scommesse illegali

Rugby, all'Unione Capitolina progetto contro le scommesse illegali
di Paolo Ricci Bitti
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Giovedì 5 Giugno 2014, 18:56 - Ultimo aggiornamento: 19:59
Non potrebbe essere pi netto il contrasto fra quell'angolo di Eden ovale che la sede della Capitolina a Roma e il sordido mondo delle scommesse illegali e degli incontri sportivi truccati, ma intanto proprio a fianco dei campi smeraldo di via Flaminia inondati dal sole che stato presentato il progetto Rugby: educazione e prevenzione contro il match fixing. Coinvolgendo atleti (tutti dilettanti, compresi i seniores che quest'anno hanno pagato di tasca propria per giocare nella massima divisione) e dirigenti in questa iniziativa di Sportradar e Lottomatica, l'Urc rafforza l'impegno nella gestione di una società che pensa prima di tutto alla formazione dei tesserati, anche perché il sistema rugby italiano è ancora ben poca cosa rispetto a quello anglossassone in fatto di presenza di capitali economici consistenti al punto da attirare anche il mondo dell'illegalità.



MONDO ANGLOSASSONE

I primi approcci a questi temi nascono infatti nella Rugby Football Union inglese e nell’Australian Rugby Union, le prime due federazioni della palla ovale ad aver siglato un accordo con Sportradar, l’azienda leader mondiale nei servizi anti-frode e di integrità dei dati relativi alle scommesse sportive.



Adesso anche il rugby italiano, insieme a Lottomatica-Gtech, scende in campo contro il match fixing: Si parte dall’assunto che non c’è più solo il calcio nel mirino dei gruppi criminali che sfruttano il "betting": come è stato spiegato a Roma nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto, gli eventi sportivi europei sono spesso al centro di attacchi speculativi pianificati in gran parte dei casi dall’Asia. Problemi di questo tipo si sono manifestati per molti sport, tra cui boxe e cricket, causando drastiche riduzioni del valore economico del movimento sportivo interessato. Ed è per questo che il mondo del rugby, da sempre apprezzato per il fair play e la correttezza dentro e fuori dal campo, ha deciso di mettersi in gioco. Il programma dell’Unione Rugby Capitolina prevede un doppio workshop, uno dedicato alle selezioni giovanili e uno agli atleti della prima squadra, oltre ad allenatori, dirigenti e staff. La parte più importante sarà proprio quella rivolta ai giovani, visto il rischio di contaminazione ai livelli più vulnerabili dello sport. Il progetto fornirà un’informazione ampia e dettagliata sulle frodi sportive, con un approccio che unisce le esperienze pragmatiche di Sportradar alle conoscenze di tipo teorico. Verrà inquadrato il betting sportivo, sul quale saranno forniti i dati utili alla sua comprensione e poi verranno analizzati i vari aspetti del match fixing, tra cui le tecniche di approccio dei "fixers" e il funzionamento del Fraud Detection System, il sistema di monitoraggio di Sportradar. L’ultima parte sarà dedicata all’approfondimento delle regole sportive e penali per rafforzare la consapevolezza degli atleti sulle conseguenze delle frodi sportive. Al termine del workshop formativo l’Unione Rugby Capitolina riceverà la "Certificazione Antifrode" di Sportradar, che attesta la messa in sicurezza contro i rischi del match fixing.



LE CIFRE

Come si diceva prima le cifre attorno al rugby italiano sono ancora modeste: circa 150 mila euro per un singolo match, con punte massime di 450 mila euro. E’ quanto il Campionato Italiano di Eccellenza raccoglie, a livello mondiale, nel mercato delle scommesse. Per l’intera stagione - si legge nel documento che Sportradar ha illustrato a Roma alla presenza anche di Marcello Presilla, International Integrity Manager Sportradar, di Roberto Fanelli, direttore Area Giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e di Ludovico Calvi, head of betting Lottomatica - si arriva invece a poco meno di 20 milioni di euro, con 75 grandi bookmaker in Europa che offrono scommesse sul maggiore torneo d’Italia. La raccolta delle scommesse complessive sul rugby di tutto il mondo sfiora invece il miliardo di euro l’anno. Un valore importante, con un trend in rapida crescita in tutto il mondo, sia sul mercato del "pre-match betting", sia in quello del "live betting".



Il numero dei bookmaker che assicurano copertura ai maggiori eventi di rugby aumenta costantemente: la finale della World Cup 2011 (Francia-Nuova Zelanda) è stata offerta sui mercati del betting internazionale da circa 150 grandi operatori, così come è accaduto per alcuni test match come Italia-Fiji del 2013; il match tra Australia e Nuova Zelanda del 2013 è stato offerto da circa 160 bookie, per arrivare al clou dell’ultimo 6 Nazioni, Francia-Irlanda, quotata da quasi 200 bookmaker su scala mondiale. L’offerta è anno dopo anno in decisa ascesa ed occorre soprattutto notare come il palinsesto sia ampio, rispetto al passato, non solo sull’evento conclusivo di una competizione, ma anche su partite meno decisive.
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