Vela a Tokyo, Tita-Banti: sicuri già dell'argento in Nacra 17. All'assalto dell'oro olimpico

Tita Banti
di Francesca Lodigiani
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Lunedì 2 Agosto 2021, 20:33 - Ultimo aggiornamento: 3 Agosto, 06:52

Comunque vada sarà medaglia. Argento sicuramente, è già matematico. Ma la speranza, concreta, è l’oro in palio nella Medal Race in programma martedì 3 agosto a Enoshima alle 15.30 ( le 8.30 italiane) e per fortuna trasmessa in diretta  su Rai 2, sul digitale di Eurosport e via internet su Discovery Plus.  

Parliamo del duo italiano del Nacra 17 Tita- Banti, ormai un marchio di eccellenza velica italiana. Parliamo cioè di Ruggero Tita, 29 anni, trentino, Fiamme Gialle, e di Caterina Marianna Banti, 34 anni, romana, origine velica sul Lago di Bracciano, che corre per il guidone del Circolo Canottieri Aniene, equipaggio allenato dal fuoriclasse palermitano, anche di simpatia, Ganga Bruni. Ruggero Tita, che per il sogno olimpico ha rinunciato a suo tempo a un ingaggio su Luna Rossa, insieme a Caterina comunque ha già infranto la serie di “zero medaglie” nella vela che va avanti da 13 anni, dal  2008, dei Giochi di Pechino. 

La premiata ditta Tita-Banti, che ha nel palmares nel quadrienno (o meglio quinquennio)  tre titoli europei. un mondiale e un 1° nel Test Event preolimpico 2019 e che si è trovata a combattere per rappresentare l’Italia ai Giochi con un altro equipaggio italiano fortissimo, vincitore nel quadriennio di un mondiale  addirittura più recente. Cioè quello formato da Vittorio Bissaro (timoniere olimpico in Nacra 17 a Rio dove insieme a Sivia Sicouri perse per un errore tattico la medaglia proprio alla fine) e Maelle Frascari ai quali – scelta non facile, ma oggi confermata vincente- sono stati preferiti Ruggero e Caterina. 

L’Olimpiade dei due nella fase preliminare di qualificazione è stata una cavalcata entusiasmante.

Tanto da arrivare alla Medal Race  1° in classifica, e quindi col diritto a gareggiare con la pettorina gialla,  con 12 punti di vantaggio sui secondi, gli inglesi,  e 24  sui terzi, i  tedeschi. 

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Oggi  lunedì 2 agosto il meteo non ha consentito di ragatare a Enoshima. Sono quindi rimandate a domani, martedì, le ultime due prove di qualificazione degli italiani del 470 femminile e maschile, Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò, al momento 7° in classifica generale e Elena Berta e Bianca Caruso, 13°. Per entrambi l’obiettivo è di arrivare a disputare la Medal Race riservata ai top ten.

Domani, un martedì ci sarà un vero e proprio ingorgo  di regate nel mare di Enoscima  d con vista sul Monte Fuji. Oltre alle già programmate Medal Race di Finn, dove non c’è l’Italia, e Nacra 17, si devono  recuperare infatti quelle dei 49 er maschile e femminile, altre classi nelle quali non ci sono azzurri.

Una curiosità: in testa alla classifica del 49er femminile, a pari punti, c’è Martina Grael, figlia del grande campione Torben Grael, vincitore olimpico in Star,  vincitore di Giro del Mondo, nonché amato tattico delle Luna Rossa, quando ancora non avevano  "preso il volo".

Intanto oggi  sono partiti da Tokyo per tornare in Italia Mattia Camboni e Marta Maggetti, con il tecnico Riccardo Belli Dell’Isca, gli atleti del Windsurf. E domani partirà anche Silvia Zennaro, l’ottima laserista, con il tecnico Egon Vigna. 

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La Maggetti ha chiuso l’olimpiade con uno spettacolare 4°, migliorandole le prestazioni Olimpiche dell’Italia a Londra 2012 e Rio 2016, risultato che le ha dato lo sprint per proseguire la preparazione per Parigi, o meglio Marsiglia,  2024.

Uguale entusiasmo e sprint per la laserista Sivia Zennaro, partita fuori nella Medal Race di domenica, e quindi squalificata, stesso passo falso di Mattia Camboni. La chioggiotta Zennaro  ha chiuso 7, il miglior risultato di una laserista ai Giochi. Anche lei  già galoppa verso il futuro e dichiara a caldo: “Alla fine sono contenta del risultato che ho ottenuto. Sono andata oltre il mio obiettivo che era entrare in Medal. Sono arrivata alla finale vedendo la medaglia. Ho pianto per la partenza anticipata, perché volevo fare la regata e giocare le mie carte, anche se guardando a come è andata, non avrei avuto chance di podio, visto che la svedese ha battuto addirittura la fortissima olandese. Insomma sono contenta ho dato tutto, e alla fine credo sia un bel risultato per la classe Laser. Il fatto che sia il miglior piazzamento nel singolo olimpico femminile, dimostra quanto sia difficile l’Olimpiade specie col Laser. Le prime 15-20 timoniere potevano vincere una medaglia. E’ il bello, e il brutto, del Laser. Per il futuro so già cosa voglio fare. Questa Olimpiade mi ha dato una motivazione fortissima, voglio continuare e avere lo stesso atteggiamento e con l’equilibrio trovato qui. Voglio ripartire da questo e puntare a Marsiglia: ora che ho visto da vicino la medaglia voglio andare a prenderla.”

 

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