Snowboard, salti e curve spericolate in una discesa mozzafiato

Snowboard, salti e curve spericolate in una discesa mozzafiato
di Mario Nicoliello​
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Sabato 17 Febbraio 2018, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 10:53
E fu così che a metà dei Giochi olimpici coreani i fratellini poveri sulla tavola superano i fratelloni ricchi sugli sci. Un oro per lo snowboard (Michela Moioli), un bronzo per l’alpino (Federica Brignone). Eppure nel nostro Paese non esiste confronto. Ogni anno gli italiani che indossano gli sci sono più di due milioni e mezzo, mentre quelli che preferiscono surfare sul manto candido non arrivano al mezzo milione. La proporzione è di cinque a uno e così, quando si incontra qualcuno con la tavola all’impianto di risalita, sono ancora in tanti a meravigliarsi. Questione di attaccamento alla tradizione e poca voglia di cambiare.

Comunque lo si consideri lo snowboard ha portato una ventata di novità nel mondo classico degli sport invernali, aprendo spazi per nuove nazioni e momenti di intrattenimento per il pubblico giovanile. Due sono le aree di questa disciplina. Da un lato le specialità alpine – il gigante e lo slalom parallelo – dall’altro quelle acrobatiche – il big air, l’halfpipe e lo slopestyle –; in mezzo c’è il format tanto caro agli italiani: il cross. Gli specialisti di salti, curve paraboliche e chicane sono sovente definiti alternativi, ma in realtà non è così. «Il cross è visto con occhi differenti perché è uno sport nuovo. Ma noi siamo uguali agli sciatori. Pensate che io mi alleno con Federica Brignone, mentre Michela Moioli condivide la stessa palestra con Sofia Goggia», racconta l’azzurra Raffaella Brutto, ieri seconda nella finale B. Insomma la tavola non è uno sport estremo: «Sono stati gli americani che hanno voluto far diventare uno show questo sport, la cui matrice è e resta alpina, quindi legata ai nostri valori», spiega il direttore sportivo dello snowboard tricolore Cesare Pisoni. E a chi pensa che la tavola sia uno sport per matti fuori di testa, Pisoni obietta: «È una disciplina per persone serie e non per professionisti improvvisati».

A proposito di discipline amiche, nel reclutamento non c’è concorrenza tra sci e snowboard: «Se entriamo in una scuola elementare e mettiamo i bambini dinanzi alla scelta tra tavola e sci, la maggior parte sceglierà la prima, perché lo snowboard si impara più facilmente», chiosa Pisoni. In vent’anni si è passati dal nulla al titolo a cinque cerchi «grazie a una determinazione incredibile», osserva la Brutto, aggiungendo che la paura iniziale si vince dopo pochi allenamenti: «Una volta che ti abitui non ci fai più caso e anche se sei piccola ti lanci nella mischia». Il bello delle Olimpiadi è proprio questo: i poveri che scalzano i ricchi, perché sotto il cielo a cinque cerchi sono tutti uguali. Che sotto i piedi ci siano gli sci o la tavola non importa: il podio olimpico accomuna tutti.
 
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