Rio 2016, atletica: Trost-Rossit, due azzurre nell'olimpo dell'ultimo salto

Rio 2016, atletica: Trost-Rossit, due azzurre nell'olimpo dell'ultimo salto
di Carlo Santi
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Sabato 20 Agosto 2016, 11:10 - Ultimo aggiornamento: 14:43
dal nostro inviato
RIO DE JANEIRO A braccetto in finale. Stanotte, all'una e mezza italiana, Alessia Trost e Desirée Rossit entrambe nate sotto il segno dei Pesci, sono in pedana con altre quindici atlete nella finale dell'alto. Una finale che non ha una vera padrona; la croata Blanka Vlasic ha il primato migliore, 2.08, ma la sua condizione non è, da un paio di stagioni, buona: passa più tempo ai box che in pedana tra infortuni e operazioni. L'esperta spagnola Ruth Beitia offre maggiori garanzie di continuità ma grande attenzione va alla mamma californiana Chaunté Lowe che nonostante curi i suoi bimbi, Jasmine di nove anni, Aurora di cinque e Mario Josiah di tre e si divida tra diverse specialità, non dimentica l'alto e quest'anno è tornata a saltare 2.01. Sorprese? La tedesca Jungfleisch, la polacca Licwinko ma anche la portacolori si Santa Lucia, Leven Spencer.
GEMELLE IN PEDANA
Alessia e Desirée sono entrambe friulane ed entrambe militari, finanziera la ventitreene Trost, poliziotta la ventiduenne Rossit. Hanno lo stesso coach, Gianfranco Chessa che non è a Rio ma a casa alle prese con una grave malattia. Le ha chiamate al telefono: «Siete state brave», ha detto Chessa alle sue allieve. Eppure, nonostante le molte cose in comune, le due promesse dell'alto troppo amiche non sono. «Conviviamo, siamo diverse», ha detto la Trost che è, tra le due, la più esperta. Ha vinto due volte gli Europei under 23 e lo scorso anno, a Praga, è stata seconda dopo lo spareggio agli Europei indoor alle spalle della russa Kuchina. È stata la sua prima medaglia da grande. Due metri di primato personale raggiunti nel 2013, Alessia è alla ricerca della prestazione che la consacri. Un anno fa, per un infortunio, ha dovuto rinunciare al Mondiale di Pechino. Adesso, con un po' di esperienza in più e, soprattutto, con la consapevolezza dei propri mezzi, Alessia è pronta.
IL MONDO DI DESIREE
È diversa la sua compagna d'allenamento. Friulana nata a Udine, un primato di 1.97 quest'anno a Bressanone, amante della fotografia, si è trasferita due anni fa a Pordenone per lavorare con Chessa. «Mi piace stare per le mie - dice Desirée che si concentra con pensieri zen - ma se mi fanno arrabbiare mi difendo». Sta tanto sulle sue che a casa, a Nespoledo di Lestizza dove vive, non ha detto nulla della convocazione in azzurro per i Giochi. Mamma e papà lo hanno saputo tempo dopo. «Ci vado», ha detto la ragazza che adora il suo pitbull Doc. Desirée parla di Alessia, dice che il rapporto tra loro è buono: «Per me la rivalità comporta avere un nemico, si prova tra persone che non vanno d'accordo. Non è certo il nostro caso. C'è quella sana competizione che porta a cercare di migliorarsi sempre».