Rio 2016, il Brasile ora cerca un rilancio a cinque cerchi

Rio 2016, il Brasile ora cerca un rilancio a cinque cerchi
di Carlo Santi
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Martedì 23 Agosto 2016, 10:54
L'ANALISI
dal nostro inviato
RIO DE JANEIRO Riposizionare il Brasile nel mondo è l'intento del governo che vuole utilizzare la visibilità avuta dai Giochi. Il progetto prevede la promozione dell'esportazione e per questo è stata lanciata una campagna strategica per attirare le aziende. Il tentativo è il recupero dell'immagine di un Paese scivolato in basso a causa della crisi politica ed economica ed è stato affidato all'Agenzia dell'esportazione e dell'investimento. Il primo passo è la campagna Be Brasil. Per qualificare il prodotto Brasile, l'Apex punto su caratteristiche come sostenibilità, creatività, innovazione, bellezza e agroalimentare. L'impatto positivo per il Brasile che due anni fa era previsto non c'è stato. Il Pil è sceso dallo 0,1% del 2014 al -3,8% dello scorso anno e le previsioni a breve termine non sono positive, con un assestamento al -3,3%.
CALCIO E GIOCHI: 26 MILIONI
Le due grandi manifestazioni globali organizzate dal Brasile, i Mondiali di calcio nel 2014 e le Olimpiadi quest'anno, sono state un costo importante, 15 milioni di dollari i primi, 11 le seconde. Quanto sono costate realmente le Olimpiadi di Rio non è ancora chiaro. Di certo, si sa che per la sola organizzazione c'è stato un aumento del 51% in più rispetto alle previsioni del 2009. Senza i costi per la sicurezza sono stati spesi 40 milioni di reais, ossia 11 miliardi di euro. Il Governo federale ha concesso fondi per 7 miliardi (il 57% da casse pubbliche, il resto da contributi privati). Questi soldi sono stati utilizzati per infrastrutture legate alla mobilità e per l'ampliamento del porto di Maravilha. Quasi un milione il governo lo ha speso per far fronte alle spese per la sicurezza e per gli stipendi ai poliziotti che, in arretrato, erano pronti a scioperare durante i Giochi. Alla fine la presenza di ciascun atleta è costata più di 500 mila euro. Dal botteghino gli organizzatori hanno avuto poco. Dei 6,1 milioni di biglietti a disposizioni hanno fatto sapere di averne venduti 4.8, ma gli stadi sono stati quasi sempre vuoti. Neppure l'audience televisiva è stata positiva: rispetto a Londra 2012 è scesa del 17% e negli Stati Uniti del 20%.
PARALIMPIADI A RISCHIO
Per portare a termine l'operazione Olimpiadi, il comitato organizzatore ha tagliato ovunque. I soldi sono finiti e le Paralimpiadi che cominceranno il 7 settembre sono a forte rischio. Philip Craven, il presidente mondiale del comitato paralimpico, lancia l'allarme: «È il momento più difficile della nostra storia». I tempi dello splendore dell'edizione di Londra, seguitissima, sembrano lontanissimi.