I fantastici quattro del nuoto azzurro riscrivono la storia

I fantastici quattro del nuoto azzurro riscrivono la storia
di Gianluca Cordella
4 Minuti di Lettura
Martedì 27 Luglio 2021, 07:30

dal nostro inviato

TOKYO Storia, sogno, meraviglia, favola. Leggenda. Sono le parole che usano Nicolò Martinenghi e i ragazzi della 4x100 azzurra. E nessuna risulta fuori luogo perché sono tutte sinonimo delle due imprese che illuminano la giornata azzurra a Tokyo. L’Aquatics Centre, quando in Italia è ancora notte, brilla soprattutto d’argento grazie ad Alessandro Miressi, Thomas Ceccon, Lorenzo Zazzeri e Manuel Frigo. Solo la corazzata statunitense, con il cannibale Caeleb Dressel, riesce a tenersi alle spalle gli azzurri. Mai l’Italia olimpica era andata a medaglia con la 4x100 stile libero e solo in un’altra circostanza aveva portato la staffetta sul podio dei Giochi. Era il 2004 e ad Atene Massimiliano Rosolino, Filippo Magnini, Simone Cercato ed Emiliano Brembilla ricoprirono di bronzo la 4x200. Ma, al di là del risultato clamoroso, colpisce come questi ragazzi lo abbiano raggiunto. Con carattere, rimontando e poi controllando senza paura il ritorno dell’Australia e del Canada. La lezione dei mondiali di Gwangju ha dato i suoi frutti (in acqua, allora, c’erano Miressi e Condorelli, che in Giappone ha nuotato in batteria, ma la costruzione del gruppo era avviata). Lì era arrivato un amaro quarto posto a 17 centesimi dal podio. La sconfitta che fa crescere (l’età media dei quattro medagliati è di 23 anni), lo si era capito già dagli Europei di Budapest dove il quartetto è volato fino al bronzo, dietro Russia e Gran Bretagna: 3:11.87 il tempo nuotato l’11 maggio scorso, 3:10.11 quello di ieri con tanto di record italiano abbassato di 19 centesimi. E il primato nazionale era quello che avevano riscritto loro, 24 ore prima, per prendersi il posto nella finale d Tokyo.
MOSCHETTIERI
«Abbiamo fatto un pezzo di storia», esulta Miressi, la stellina del gruppo. Torinese, classe 1998, è primatista italiano dei 100 metri e ha nel curriculum già un oro e un argento europeo individuali nei 100 sl. Anche se, a livello internazionale, il lungagnone di Torino – è alto quasi due metri - è stato protagonista anche sui 400. Con l’altezza che si ritrova si sarebbe visto bene anche nella Nba, di cui è grande appassionato con un conflitto di colori: è tifosissimo dei Boston Celtics ma ha una passione sfrenata per Michael Jordan. O meglio: per le sue scarpe. «Appena posso vado a comprarmi due o tre paia di Air Jordan», è il suggerimento per investire (parte) del premio per la medaglia. Che invece Ceccon userà come base per comprare casa a Verona. Lui è di Thiene, ma a Verona si allena al Centro federale, spalla a spalla con Federica Pellegrini. Ha 20 anni e una carriera che può regalare soddisfazioni soprattutto per la sua poliedricità: veloce nello stile libero, ottimo dorsista, competitivo nella farfalla. E, tirando le somme, ideale anche per le gare miste. Vista la giovane età un talento che può fare le fortune dell’Italnuoto. Zazzeri è l’artista del gruppo e non in senso metaforico. Perché il fiorentino, classe 1994, è ben noto sui social. Non come Lorenzo Zazzeri, ma come Zazzart. Anni fa ha anche esposto alla Biennale di arte contemporanea della sua città. I soggetti delle opere? Kobe Bryant e Gregorio Paltrinieri. I prossimi modelli saranno un po’ più…vicini. «Voglio preparare un quadro iperrealistico che ci raffiguri. E farne quattro copie in modo che ognuno di noi possa tenerlo come ricordo». In vasca è più concentrato sulle staffette che sulle prove individuali. Fuori ha ambizioni sempre maggiori. «Il sogno è aprire uno studio tutto mio per sporcare e dipingere tele sempre più grandi». E poi c’è Manuel Frigo da Cittadella che per nuotare al meglio ha tagliato anche i baffi a cui teneva tanto. Sorride quando sente parlare i compagni. Poi se gli si chiede come intende spendere il suo di premio risponde: “Boh, io sono uno normale, mica come questi…».
MESSAGGIO A PEATY
Prima della 4x100, l’Italia aveva però già esultato con Nicolò Martinenghi, bronzo nei 100 rana vinti dal fenomeno Adam Peaty e con il secondo posto dell’olandese Kamminga che ha confermato in toto l’ordine dei tempi di ingresso in finale.

La consacrazione per Tete, 22 anni il prossimo 1 agosto, che si è sempre ritrovato addosso l’etichetta di enfant prodige ma che aveva bisogno del grande risultato per la consacrazione. E lui è il primo a saperlo: «Ho sempre vinto in circostanze semi-importanti. Poi ogni volta che c’è stato il grande appuntamento, per varie ragioni, ho fatto fatica». Decisivo in tal senso il lavoro con il mental coach Lorenzo Marconi, ispirandosi ai monaci tibetani. Non è un caso che ci sia della filosofia nelle parole del ranista di Varese. «Non ho scelto io la rana, è stata lei a scegliere me», racconta. Che però ha scelto anche un mostro come Adam Peaty. «Eh, ma nel 2024 io avrò qualche anno in più e lui qualcuno di troppo». Appassionato di moda, vagamente fanatico, grazie al lavoro del papà orafo ha una certa propensione al metallo pregiato. Capito Peaty?

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