Federica Pellegrini, una vita sempre al massimo

Federica Pellegrini, una vita sempre al massimo
di Carlo Santi
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 10 Agosto 2016, 03:59 - Ultimo aggiornamento: 04:05
dal nostro inviato
RIO DE JANEIRO Federica Pellegrini è emozione e amore. La splendida e splendente campionessa tra le più brave di sempre sa regalare sensazioni stupende e attirare l’attenzione, in acqua e fuori dall’acqua. Non c’è gara, non c’è gesto che passi inosservato come i suoi tanti tatuaggi, dal primo, uno scorpione, al Balù dedicato all’ex fidanzato Marin fino a quelli tribali.

E’ bella, brava, bionda. E’ una diva con i tacchi a spillo che sa prendersi quello che vuole, ma sempre con il sacrificio e la voglia di mettersi in gioco.

Ci sono dodici anni tra la prima Pellegrini olimpica e questa di Rio dove ha sfiorato il podio. Dodici anni da Atene 2004 a Rio 2016. Quella bambina che in Grecia è salita sul podio, medaglia d’argento nei 200sl alle spalle di Camelia Potec, era scontrosetta. Ma va bene, era la sua prima volta fuori casa e in un amen era stata catapultata sul palcoscenico più importante del mondo.

Ha perso poco tempo per cambiare il suo atteggiamento, per contagiare tutti con la sua verve. Per essere Federica Pellegrini. Ad Atene in quel 2004 aveva realizzato un sogno e lo aveva fatto giovanissima, sedici anni compiuti proprio durante l’Olimpiade, come adesso (è nata il 5 agosto). L’orizzonte le riservava soddisfazioni importantissime ma per arrivare ad essere Federica Pellegrini, Federica Pellegrini ha faticato, ha superato prove difficili che ha sempre vinto.

Non solo le gare, ma anche i tormenti e le difficoltà, il dolore alla spalla che le ha condizionato il Mondiale del 2005 a Montreal. Ma nessuno poteva (e può) dirle cosa fare: sempre di testa sua, nel bene o nel male.

Ha cambiato tutto, casa, vita, allenatore. Dalla Riviera del Brenta, dalla sua Spinea, ha scelto Milano ma quei mesi lombardi sono stati tormento. Meglio invertire rotta un’altra volta, scendere a Roma e all’Aniene per allenarsi, voltare pagina, diventare grande, anzi grandissima.

E grandissima lo è diventata a Pechino nel 2008. La sua seconda Olimpiade, nella quale ha mostrato il suo carattere, la sua voglia e la sua forza, poteva costarle cara. La Cina doveva consacrarla e invece stava per farla cadere e farsi male. Finale dei 400sl, la sua gara. Cosa accade? Mah, chi lo sa. Quel mattino lei, la predestinata, sembra non saper nuotare, arrendersi a un sortilegio. L’oro? Macché, è stata solo quinta e delusa. Ma non ha ceduto, Fede. Poche ore dopo, la delusione è svanita per lasciare il posto al desiderio di riscossa.

La rinascita è affidata alla batteria dei 200sl dove ha ottenuto il record del mondo prima di migliorarlo di nuovo in finale. L’oro l’ha proiettata nel futuro, a Roma con il suo Mondiale.

Era felice, davvero felice Federica dopo i giorni romani del 2009 dopo aver vinto le crisi di panico che la hanno spaventata nell’inverno del 2008, facendola anche svenire in acqua.
La Divina al mondiale nell’estate romano aveva vinto due medaglie d’oro, 200 e 400sl, mai nessuna come lei, due successi e due pazzeschi primati del mondo, con il primo tempo sotto i 4 minuti nella distanza più lunga.

Dopo il successo, Federica voleva partire per una vacanza che sarebbe stata di studio in piscina, tre mesi negli States, lei con il suo boyfriend d’allora, Luca Marin. Il dolore per la morte di Alberto Castagnetti ha bloccato tutto. Un velo di tristezza le ha coperto il volto: era il 16 ottobre e quel giorno a Verona, quartier generale degli allenamenti della Divina, se n’è andato l’uomo che era molto di più dell’allenatore: Alberto era il padre, l’amico, il confidente.

Ha saputo rinascere ancora e lo ha fatto con tante liti con i suoi coach, da Federico Bonifacenti a Stefano Morini e Claudio Rossetto prima di volare a Parigi e affidarsi a Philippe Lucas. Che bell’intreccio: lui ex coach di Laure Manaudou, la ex fidanzata del suo ragazzo, Luca Marin. Mesi duri nella Ville Lumiere con allenamenti faticosi ma coronati dal bis mondiale a Shanghai 2011, altri due ori, 200 e 400sl come a Roma.

La trasferta in Cina l’ha vista protagonista non solo in acqua per via del nuovo amore che nasceva, quello con Filippo Magnini, e della gelosia di Marin. Ma così va la vita: nessun amore è per sempre. Filo e Fede si sono mostrati in pubblico subito dopo quel Mondiale. Dove? Nella strada della Dolcevita romana, via Veneto dove tra gossip, brindisi e regali, ha festeggiato il ventitreesimo compleanno.

A Londra, quattro anni fa, il tonfo. Fuori da tutto, da quel podio che cercava ostinatamente. Da quella delusione ha avuto la forza per rimettersi in gioco e tornare la Divina battendosi come sempre il pugno sul cuore.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA