L'oro del ciclismo: Ganna Express

L'oro del ciclismo: Ganna Express
di Gianluca Cordella
3 Minuti di Lettura
Giovedì 5 Agosto 2021, 07:30

Chiamateli missili, frecce, fulmini o in qualsiasi altro modo vi venga in mente per descrivere qualcosa che viaggia a super velocità. Oppure chiamateli semplicemente Filippo Ganna, Francesco Lamon, Simone Consonni e Jonathan Milan. La squadra d’oro che dà tutto un altro senso al mercoledì azzurro. Nella giornata in cui perdiamo per strada anche pallanuoto, beach volley e pallavolo femminile, il quartetto dell’inseguimento su pista dimostra che i successi di team sono possibili se si trova l’alchimia perfetta. Come quella raggiunta dal ct Marco Villa in versione Paulo Coelho. 
NELLA STORIA 
La pista scrive dunque l’ennesima pagina da tramandare ai posteri di queste Olimpiadi sempre più clamorose per l’Italia. Medaglia d’oro e doppio record del mondo tra semifinale e finale. Con tanto di rivincita sugli iridati della Danimarca che lo scorso anno, ai Mondiali di Berlino, ci avevano impedito di arrivare a duellare per il titolo. Bravi tutti, ma sarebbe folle non concedere la menzione d’onore a Filippo Ganna. Il fuoriclasse di Verbania, come già aveva fatto martedì, è mostruoso negli ultimi due giri. Progressione imperiosa che vale il trionfo e nobilita il ritorno degli azzurri sul podio olimpico dell’inseguimento a squadre che mancava dal bronzo di Città del Messico 1968. E primo oro conquistato dopo Roma 1960, una delle due edizioni da record di medaglie (36) che Italia Team sta avvicinando (30).
CAPOLAVORO
L’accesso alla finale è arrivato grazie al capolavoro contro la Nuova Zelanda. Contro la Danimarca, si sapeva, era necessario alzare ancora l’asticella. E cosa fa il quartetto azzurro? Migliora quella velocità mostruosa di 64,775 chilometri orari registrata in semifinale (punte oltre i 70 km/h ieri), per abbassare il primato del mondo da 3’42”307 a 3’42”032.

Incredibile quanto la squadra azzurra continui a crescere. Basti pensare che ai Mondiali di Londra del 2016 l’Italia festeggiò un evento storico: il quartetto scendeva per la prima volta sotto il muro dei 4 minuti. Fate voi i conti di quanto gli azzurri abbiano sfrangiato quel crono. Il merito, ovvio, va ripartito, ma quando hai tra quelle quattro saette uno come Top Ganna tutto diventa più facile. O più logico, se non altro. Agonista puro, Filippo è arrivato a questa gara con la voglia di cancellare l’amarezza della cronometro su strada. Lui, che ancora si divide tra asfalto e pista, ha dovuto accettare di sentire la storia del campione del mondo che non si conferma alle Olimpiadi. Nonostante il percorso di questi Giochi non fosse adatto per nulla a uno con le sue caratteristiche. Ma lui - che anzi di quella prova chiusa al quinto posto si era detto soddisfatto per aver dato tutto come al solito - un po’ con il dente avvelenato ci era rimasto. E così, grazie al cuscino portato dall’Italia per dormire bene e ai Lego che avrà montato anche qui per scaricare la tensione, ha accumulato adrenalina da trasformare in energia pulita. E all’Izu Velodrome si è visto. Gli azzurri sono partiti a tutta, passando subito in testa. Ma a metà gara la Danimarca è andata davanti, incrementando pian piano fino a superare il secondo di vantaggio. Quando però a due giri dalla fine è andato a tirare Ganna il treno azzurro è decollato. Divario ricucito e oro per 166 millesimi. E se pensate che un treno che vola è una roba alla Galaxy Express, ricordatevi che siamo nella terra dei manga. Anche se il titolo da ieri è... Ganna Express.

© RIPRODUZIONE RISERVATA