Giochi nel silenzio: domani sono in mille alla cerimonia d'apertura

Giochi nel silenzio: domani sono in mille alla cerimonia d'apertura
di Gianluca Cordella
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Giovedì 22 Luglio 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 11:06

Sforzi e sacrifici, gaffe e proteste. Per le Olimpiadi più complicate della storia è arrivato finalmente il momento di lasciare spazio allo sport, ai suoi campioni di ogni continente, alle loro imprese. Lo spartiacque definitivo tra un pre in salita e un post, si spera, in discesa, sarà la cerimonia inaugurale di domani. Il momento. Quando al New National Stadium, alle 13 italiane, si spegneranno i riflettori per fare posto a fuochi d’artificio e giochi di luce. Sarà lì che Tokyo 2020 smetterà di essere un’immensa polemica che si trascina e diverrà finalmente epopea sportiva. Silenziosa, vuota, ma non per questo priva dei significati che si porta dietro dagli albori e di quelli che ha acquisito strada facendo. Inclusione, parità, ripartenza saranno i temi di uno show che forse più di ogni altra cosa è stato simbolo delle difficoltà di Tokyo in questa marcia di avvicinamento. Dalle dimissioni del direttore creativo Hiroshi Sasaki – per l’infelice idea di proporre alla modella oversize Naomi Watanabe di vestirsi da maiale (in inglese “pig”) per impersonare il ruolo di “Olympig” – allo scandalo che ha coinvolto in questi giorni Keigo Oyamada, il compositore delle musiche della cerimonia, a sua volta costretto a farsi da parte dopo che sui social erano riemerse delle sue dichiarazioni di anni fa, in cui ammetteva di aver bullizzato dei bambini disabili in gioventù. La sfida della cerimonia sarà duplice: cancellare i propri errori e riempire il silenzio che arriverà dalle tribune, senza perdere in efficacia comunicativa. Saranno un migliaio i presenti in tribuna, guidati dall’imperatore Naruhito, che ieri ha sciolto le riserve sulla sua presenza. Con lui 18 tra capi di Stato e rappresentanti di governo, fra cui il presidente francese Emmanuel Macron e la first lady americana Jill Biden. Previsti interventi sobri e brevi, come pure sarà più veloce la sfilata per il minor numero di atleti in passerella per via dei protocolli anti-Covid. Aprirà il serpentone la Grecia, come da tradizione, seguita dalla squadra dei rifugiati. Poi sfileranno i Paesi seguendo l’alfabeto giapponese, che vedrà l’Italia presentarsi come 18/a nazione. L’ultima sarà la rappresentativa nipponica che, come da nuovo protocollo, sarà preceduta dai Paesi ospitanti dei prossimi Giochi: Francia, penultima, e Stati Uniti, terz’ultimi.
TRA CICALE E ORSI
Aspettando l’apertura, intanto, ieri si è cominciato a gareggiare. Il sipario si è alzato a Fukushima, a quasi 250 chilometri dalla capitale, con le beniamine di casa del softball che hanno travolto l’Australia. Doveva essere una festa di sport, anche per dimostrare che la città si è lasciata alle spalle il disastro nucleare di dieci anni fa, ma il contorno è stato abbastanza surreale. Nei momenti in cui le atlete non parlavano, lo stadio era riempito dal canto delle cicale. La natura al potere, forse troppo: nella zona dello stadio, poco prima del match, ha addirittura tentato di fare irruzione un orso bruno. Per gli animalisti in pensiero: è riuscito a sfuggire alla cattura del personale addetto alla sicurezza.
I CONTAGI
Il tutto mentre il numero dei contagi legati ai Giochi continua crescere, siamo a 78, con altri casi al Villaggio Olimpico.

Abbandonato dalla stella americana della ginnastica Simone Biles dopo la positività di due compagne di squadra. Positivo anche un pallavolista, sempre degli Stati Uniti, e la tiratrice britannica Amber Hill, principale rivale delle nostre Bacosi e Cainero. Considerando che il numero degli atleti ospiti dei 21 palazzi è destinato a crescere nelle prossime ore, non un segnale incoraggiante. Ma, a poche ore dalla cerimonia, la speranza vince su tutto.

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