Giochi invernali 2026, Olimpiadi d'Italia: candidatura unica, Torino agganciata a Milano e Cortina

Giochi invernali 2026, Olimpiadi d'Italia: candidatura unica, Torino agganciata a Milano e Cortina
di Emiliano Bernardini e Francesco Lo Dico
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Mercoledì 1 Agosto 2018, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 13:38
Si chiameranno Olimpiadi d'Italia. Questo il nome scelto per la candidatura multipla e senza città capofila per l'organizzazione dei Giochi Olimpici Invernali 2026. Anche il Comitato Olimpico Internazionale ha dato il via libera. Milano, Torino e Cortina correranno insieme. Sarà la prima volta nella storia delle Olimpiadi. La commissione, riunitasi ieri, ha predisposto il piano della candidatura gara per gara. E insieme con le tre città saranno coinvolte anche le zone della Valtellina e del Sestriere. Non ci saranno invece sconfinamenti: niente richiesta in prestito della pista di Sankt Moritz, in Svizzera.
Il trionfo del presidente del Coni, Giovanni Malagò che da abile stratega è riuscito a divincolarsi tra gli ostacoli politici di Lega, Pd e M5S. Ma il vero colpo lo ha messo a segno strappando il sì della sindaca di Torino, Chiara Appendino. La prima cittadina dopo un iniziale muro contro muro («non faremo da stampella ad altre città») e dopo aver ricevuto nel tardo pomeriggio una lettera del presidente del Coni, ha mollato il freno. Ha inviato un'altra lettera al numero uno dello sport italiano in cui pur ribadendo la preferenza per la candidatura unica del capoluogo piemontese, ha rimandato la palla dall'altra parte dicendo che l'unione delle tre città può essere decisa solo dal Governo e poi ha concluso così: «Con il dovuto rispetto istituzionale, ci mettiamo a disposizione».
L'ESCAMOTAGE
Di fatto la sindaca pentastellata si è smarcata dal veto posto dai consiglieri di maggioranza che avevano espresso parare negativo a qualsiasi alleanza. Ecco allora l'escamotage per non finire con le spalle al muro evitando così il fuoco amico. D'altronde l'Appendino, senza il cappio di quel voto, avrebbe intrapreso la via della candidatura unica tempo fa. Ben consapevole che la città di Torino da sola non avrebbe mai potuto vincere contro Stoccolma, troppe cose nel dossier preparato dai suoi esperti non andavano bene a Coni, Cio e governo. Pressione al massimo sulla prima cittadina, anche il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, di fatto si era detto disponibile: «Credo che bisogna quanto meno sedersi al tavolo e andare a vedere». A toglierla dall'impasse ci ha pensato il Movimento a livello Nazionale. «Non c'è nessuna preclusione, deciderà il governo esclusivamente in base ad una valutazione di costi e benefici» ha sottolineato il segretario e responsabile dello sport di M5S, Simone Valente. Tradotto, non si deciderà più in base al voto dei consiglieri 5Stelle di Torino. E in serata è arrivato il parere del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Giancarlo Giorgetti: «Prendiamo atto della proposta del Coni. Non abbiamo ancora visto il dossier e su questo ci riserviamo di intervenire. Il governo comunque incontrerà le città candidate e soprattutto verificherà la compatibilità delle linee guida con quelle poste dal Consiglio dei ministri».
LOW COST
Da questo punto di vista non dovrebbero esserci problemi perché il Coni ha rispettato alla lettera le indicazioni di Palazzo Chigi. «L'obiettivo -ha rimarcato Malagò- è stata l'unitarietà della candidatura, poi l'aspetto dei costi-benefici». Questa sarà la candidatura che costa meno. «Abbiamo fatto un capolavoro della diplomazia nel rispetto di tutte le candidate, abbiamo cercato di prendere il meglio delle opportunità presentate da ciascuna città». Come richiesto da Cio e governo sarà low cost: spesa massima 400 milioni di euro. Per farsi un'idea basti pensare che Valdimir Putin spese 50 miliardi per organizzare quelle di Sochi nel 2014. Questa mattina ci sarà una nuova Giunta e nel pomeriggio il consiglio nazionale che dovrà esprimere il proprio voto.
Difficile non immaginare comunque un ruolo preminente di Milano a cui dovrebbe spettare la cerimonia d'apertura e soprattutto la medal plaza allestita in piazza Duomo. Una cartolina niente male. Ad ottobre a Buenos Aires si terrà la sessione Cio (in quell'occasione Giovanni Malagò diventerà membro Cio). L'Italia andrà con la consapevolezza di essere in vantaggio rispetto alle altre rivali: Stoccolma, Calgary, Erzurum, Sapporo. Anche se non è escluso che per quella data qualcuna si sia già chiamata fuori.

 
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