Olimpiadi 2026, spiraglio per Torino. Ferriani (Cio): attenti alla sostenibilità

Da destra Ivo Ferriani e sindaco di Usseaux, Andrea Ferretti
di Jacopo Orsini
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Giovedì 3 Gennaio 2019, 17:08 - Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 10:08

Milano e Cortina marciano verso le Olimpiadi invernali del 2026. In attesa della decisione finale del Comitato olimpico internazionale (Cio), che sceglierà la città organizzatrice dei Giochi il 23 giugno a Losanna, in Svizzera, sull'asse lombardo-veneto si lavora per mettere a punto il progetto tricolore. E uno spiraglio resta aperto per Torino, dopo il no della città piemontese a una candidatura a tre. 

«Il futuro oggi non prevede Torino, ma nulla è definito», ha detto Ivo Ferriani, presidente della Federazione mondiale di bob e skeleton e membro del board del Cio, che ha insistito sulla sostenibilità e sul riutilizzo di impianti già esistenti. Come la pista di bob di Cesana, usata per le Olimpiadi del 2006 a Torino, e poi abbandonata. Ma anche l'Oval Lingotto, il palazzetto costruito per le gare del pattinaggio di velocità sempre ai Giochi di 12 anni fa, e i trampolini di Pragelato. «Le montagne olimpiche sono disponibili a dare una mano, l'Italia deve fare sistema», ha spiegato ancora Ferriani, anche se poi ha ammesso che da Milano e Cortina per il momento non c'è un'apertura.

 



«Oggi Cortina - sono ancora le parole di Ferriani - sta valutando di rimettere a nuovo la pista fatta nel 1956 per il bob. Credo che sia giusto fare questa valutazione. Ma i costi benefici devono essere fatti veramente bene perché la sostenibilità è durante ma anche dopo. Non si può pensare di fare una sostenibiità momentanea e soprattuto bisogna lasciare una legacy che crei le condizioni perché chi viene dopo possa gestire senza perdite. Io sono convinto che chi si occupa di questa candidatura stia valutando molto molto attentamente questo fattore». Insomma potrebbe essere più facile e conveniente rimettere in funzione l'impianto piemontese invece che ricostruire quello sotto le Tofane.

In attesa del progetto definitivo della candidatura, l'Italia appare comunque favorita e le possibilità di riportare le Olimpiadi sulle Alpi 70 anni dopo Cortina '56 molto solide. In gara contro Milano e Cortina è rimasta solo Stoccolma, la cui candidatura appare però un po' traballante, per la contrarità dell'amministrazione cittadina e l'assenza del governo svedese. «Milano-Cortina è una candidatura molto appetibile, c'è il glamour dell'Italia, ma serve anche un progetto sportivo», ha continuato Ferriani che ha parlato dei Giochi qualche giorno fa a Usseaux, in provincia di Torino, dove ha ricevuto dal sindaco Andrea Ferretti la cittadinanza onoraria. Il piccolo comune della Val Chisone, a pochi chilometri dalle piste da sci di Sestriere, è la patria del conte Eugenio Giulio Maria Brunetta d'Usseaux, braccio destro del barone Pierre de Coubertin all'inizio del Novecento e unico italiano a essere stato segretario generale del Cio.

 


«Nel Comitato olimpico c'è un vento nuovo. Una volta era gestito da aristocratici, io sono figlio di operai», ha detto ancora Ferriani, ricordando la figura del conte Brunetta «un precursore e l'ideatore in sostanza dei Giochi invernali». Torinese di Grugliasco, 58 anni, Ferriani nel 1988 ha partecipato alle Olimpiadi di Calgary come bobbista e poi dopo un periodo da allenatore ha gestito le gare di bob e slittino a Torino 2006. «Voglio fare qualcosa perché lo sport possa essere un valore aggiunto per le nostre montagne e i nostri giovani - ha concluso -. Abbiamo bisogno di modelli positivi che lo sport può ancora darci».
 

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