Un nuovo problema verso Tokyo: fermi i test antidoping

Un nuovo problema verso Tokyo: fermi i test antidoping
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Domenica 22 Marzo 2020, 11:31
C'è un altro problema in prospettiva Olimpiade di Tokyo 2020. È quello dello stop, praticamente in tutto il mondo, dei controlli antidoping, vista l'impossibilità di spostarsi che riguarda anche coloro che dovrebbero effettuarli. E questo a pochi mesi da quella che dovrebbe essere la data d'inizio dei Giochi (24 luglio) rappresenta un altro ostacolo alla regolarità delle competizioni. Infatti bisogna ricordare che la maggior parte dei test su sangue e urine vengono fatti di solito proprio nei mesi precedenti l'avvio delle gare. Ma le restrizioni impediscono di muoversi e l'invito di stare a casa vale anche per i controllori. Anche la Wada sembra essersi arresa all'evidenza «perché - spiega il presidente dell'agenzia mondiale antidoping, Witold Baka - le nostre priorità devono essere è la sanità pubblica e la sicurezza». Il risultato è che i test che dovrebbero svelare la presenza negli organismi degli atleti di steroidi, Epo o stimolanti «si possono svolgere in maniera molto ridotta, e adattandosi alle circostanze», come spiega un portavoce dell'agenzia antidoping della Germania.

«Ora è quasi impossibile fare dei controlli, a meno che non ci siano dei sospetti molto forti su qualcuno», dice invece il direttore dell'agenzia dell'Austria, Michael Cepic. «Eppure questo sarebbe il momento giusto per farli - aggiunge Cepic -, perché vanno fatti mesi prima dei Giochi quando certe sostanze vengono assunte per accorciare i tempi di recupero».
In caso di test, essenzialmente a sorpresa, visto che gare e spesso anche allenamenti sono stati cancellati, colui che effettua il prelievo e l'atleta sottoposto a controllo devono essere adeguatamente protetti, «ma spesso - spiega un operatore del settore - i controllori sono persone del mondo sanitario, e come si può chiedere loro, in un momento come questo di spostarsi da dove sono e di utilizzare delle mascherine che mancano perfino a loro?». La direttrice dell'agenzia antidoping francese, Francesca Rossi, sottolinea invece che «avevamo trasmesso il 13 febbraio scorso una serie di raccomandazioni comprendenti nomi di atleti da controllare e di coloro che avrebbero dovuto far svolgere i controlli, e questo prima dei Giochi. Ora è presto per dire che succederà, però non potremo fare tutti i test».
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