Alessandra Perilli: «La prima storica medaglia di San Marino oltre le mia paure»

Alessandra Perilli: «La prima storica medaglia di San Marino oltre le mia paure»
di Giacomo Rossetti
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Venerdì 30 Luglio 2021, 04:39

Nella storia di San Marino ci sarà un prima 29 luglio 2021 e un dopo 29 luglio 2021. Alessandra Perilli ha scritto a caratteri indelebili il nome della fiera repubblica biancazzurra nella storia delle Olimpiadi: mai - prima del bronzo alzato al cielo dalla tiratrice classe ’88 - il terzo stato più piccolo d’Europa aveva vissuto l’emozione di un alloro olimpico.

Alessandra, avresti mai immaginato di essere tu la prima medagliata nella storia di San Marino? 
«Quello che so è che ho lavorato tantissimo, tutti i giorni.

La volevo più di ogni altra cosa, questa medaglia benedetta. Averla sfiorata a Londra (arrivò quarta, ndr) fu una vera batosta. Anche stavolta ho avuto un attimo di paura, poi tremando mi sono detta: ‘Non ce la faccio ad aspettare i Giochi del 2024 con un altro quarto posto sulle spalle”».

Come è allenarsi in un paese dalle dimensioni ridotte come il suo?
«Ci si conosce tutti! E’ una realtà a misura d’uomo, in cui io sto meravigliosamente bene. Per fare un esempio, i bambini ti fermano per strada e ti salutano. Non cambierei San Marino per nulla al mondo».

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Cosa hanno di particolare i tifosi sanmarinesi?
«Provano un affetto enorme per tutti i loro atleti: li supportano sempre, che vincano o perdano. E non è scontato per niente: sono sicura che adesso saliranno sul carro del vincitore in tanti».

Si è mai sentita discriminata all’estero per il fatto di venire da una nazione molto piccola?
«Mai, semmai il contrario. Ho sempre avvertito grande rispetto e considerazione da parte delle mie avversarie».

 

Anche per le Bermuda la prima medaglia di sempre è arrivata a Tokyo.
«E’ un bel segnale: vuol dire che forse è giunta l’ora della gloria per i Paesi più piccoli. Non vincono più solo i soliti, il cerchio si è allargato».

Come sono stati i giorni che hanno preceduto la finale?
«Pieni di ansia. Ho chiamato mia madre, sia il primo che il secondo giorno di gara. Ho pianto al telefono per tutto il tempo. Avevo paura, tanta paura. Ma nel momento decisivo ho sconfitto anche quella».

Lo sa che adesso la stampa sportiva di tutto il mondo vorrà parlare con lei?
«Si figuri che sono in silenzio stampa da quando sono partita per il Giappone, ho spento tutti i miei profili social. Comunque sì, penso che a breve il mio telefono scoppierà (ride, ndc)».

Da adesso cosa cambierà nel mondo dello sport a San Marino?
«Cosa succederà non lo so, ma il messaggio che spero passi è che i giovani non devono mollare, mai. Devono credere sempre in quello che fanno: non puoi sapere esattamente la vita cosa ti riserva nel futuro».

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