GLI INIZI
Trecentottantatrevolte in griglia. Una carriera mondiale iniziata nel 1996 in 125cc. Da quella prima vittoria mondiale di Brno, l’ascesa di Valentino divenne sempre più prorompente. Nel 1997 il pilota di Tavullia domina l’Ottavo di Litro e sale di categoria in 250cc. E’ ufficiale in Aprilia, e se la deve vedere con gente come Capirossi e Harada. Ancora una volta, prima assorbe ed impara, poi domina e conquista. Nel 1999 è mondiale contro Ukawa. Per questo ragazzetto dinoccolato, sempre pronto alle battute e lo scherzo, si aprono le porte della Classe Regina.
GRANDE TRA I GRANDI
«A questa moto non gli puoi dare del lei, gli dai del Voi». Jerez de la Frontera, inverno del 1999. Da un furgone anonimo ecco far capolino una Honda NSR 500 completamente nera. Lei, che ha dominato per anni la scena con Mick Doohan, passa nelle mani del ragazzo di Tavullia. Il cursus honorum proseguì alla stessa maniera. Il primo anno vice campione del mondo con a suggello una prima vittoria sull’asfalto umido di Donington, un secondo anno da campione del mondo. Fu l’inizio dell’epopea del pilota di Tavullia, l’eroe dei due mondi capace di dominare nei primi anni Duemila. Gioia per gli occhi, tripudio in pista e sugli spalti. Valentino fenomeno sociale certo, ma grazie anche e sopratutto alla grandezza dei suoi rivali. Biaggi, Capirossi, Gibernau, Melandri e Hayden prima, poi l’approdo dei nuovi fenomeni Pedrosa, Lorenzo, Stoner e Marquez. Cambiavano i protagonisti nella classe regina, tranne lui, alla costante ricerca di una nuova sfida, di un piacere sempre costante in sella. Più l’avversario era forte, più Valentino si esaltava. E’ questa la ragion d’essere di un ragazzo che scelse la Yamaha nel 2004, per dimostrare di esser più forte di un’azienda, in grado di offrire gesta e duelli scolpiti negli annali, a Laguna Seca contro Stoner come a Barcellona contro Lorenzo, con sorpassi figli del genio e del talento insito in pochi esseri umani. Una costante e continua ricerca del piacere che vive ancora oggi, sublimata da quell’acceleratore avvolto dal polso destro. Ed allora, davvero ha così importanza l’età sulla carta d’identità?
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