Morbidelli, romano emigrato a Tavullia per realizzare il sogno di papà Livio

Franco Morbidelli e, dietro, Valentino Rossi
di Flavio Atzori
3 Minuti di Lettura
Lunedì 14 Settembre 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 18:08
Franco Morbidelli non è un tipo dalle grandi dichiarazioni. Per lui hanno sempre parlato i fatti. È figlio di Livio Morbidelli, un meccanico con un buon passato di gare e successi. L’officina si trovava a Roma ma, come talvolta accade, quando tuo figlio mostra di volere quella minimoto quando a malapena sa parlare, è il caso di coltivare quel talento. E da Roma, la famiglia trasferisce a Babbucce, frazione di Tavullia, dove si respirano i motori nell’anima. I primi campionati, le prime vittorie, poi lo stop ed il passaggio “in serie B”, in Stock600. Qui Franco conquista il titolo europeo. Nell’anno più splendente, cala il buio con la scomparsa del papà.
GLI ESORDI E LO STOP
La sua vita e la sua carriera sono a un bivio, ma da Tavullia arriva un invito «A te ci penso io, voglio provare a portarti in Moto2». La parola data è quella di Valentino che rende Morbidelli suo primo pilota dell’Academy. Franco passa “in Serie A” ed in poco tempo, conquista il titolo della classe di Mezzo.
Passa in MotoGp: un primo anno di rodaggio poi il passaggio alla Yamaha, quella Yamaha casa di Valentino, ma sotto i colori Petronas. È l’erede designato, ma nel 2019, sotto lo stesso tetto, arriva Quartararo.
TRA I GRANDI
Il ragazzo di Nizza cattura l’attenzione per le sue prestazioni. Franco continua il suo percorso con i suoi modi pacati, in attesa del suo momento. Il 2020 inizia in chiaroscuro: a Jerez rompe il motore, conquista il suo primo podio a Brno, in Austria vede la morte in faccia con Zarco. Poi arriva Misano. Franco parte in testa alla corsa, proprio con Valentino. Giro dopo giro si invola però fino al traguardo, con la mente leggera di chi ama correre in moto oltre le sofferenze della vita. «Devo ringraziare la mia famiglia, mia mamma, Valentino e la VR46. Questa vittoria è anche per mio papà, mi ha insegnato ad essere forte».
ALLIEVI E MAESTRI
Sorride leggiadro Franco. Si abbraccia con Bagnaia, e con Valentino. In parco chiuso si scherza e si ride. Ecco, forse il segreto di un rapporto così serio e profondo tra allievi e maestri, ma anche tra rivali, si racchiude anche nella leggerezza di una battuta: «Quando mi ha passato Bagnaia, e Morbidelli è andato via ho pensato: “Ma di chi c... è stata l’idea di fare l’Academy?!” Non potevo arrabbiarmi con nessuno, l’idea è stata mia... Vista la tripletta in Moto2, poi, abbiamo deciso di chiuderla qui, col botto. Ci siamo divertiti, abbiamo esagerato. E dopo questa vittoria ho deciso che con Morbidelli parleremo solo di calcio».
© RIPRODUZIONE RISERVATA