Pietro Bagnaia, papà Campione del Mondo: «Portare Pecco al top? Non ho mai pensato che fosse un sacrificio»

Tutta la gioia del padre del pilota: «Ha fatto una cosa immensa. Sono stato la sua spalla quando ne aveva bisogno. Le gare le guardo con Filippo e a Valencia è stata lunga»

Pietro Bagnaia, papà Campione del Mondo: «Portare Pecco al top? Non ho mai pensato che fosse un sacrificio»
di Sergio Arcobelli
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Martedì 8 Novembre 2022, 13:41 - Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 09:14

VALENCIA Pietro Bagnaia è un padre fiero: come può non esserlo? Suo figlio si è laureato campione del mondo della MotoGP. Un traguardo eccezionale, al punto tale che il papà, prima di parlare a fine giornata con i giornalisti, ha avuto bisogno di riprendere fiato e lasciar andare l'emozione che, d'altronde, era tanta in una domenica di passione, vissuta al box Ducati, insieme al resto dei componenti della famiglia di Pecco: mamma Stefania, i fratelli Carola e Filippo, i nonni e gli zii. Sono giorni intensi per il ragazzo entrato nella storia del motomondiale e dello sport italiano. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha invitato lui e il team Ducati al Quirinale, dopo che già nel 2007 l'allora presidente Giorgio Napolitano ricevette l'australiano Casey Stoner. L'incontro è fissato per il 16 novembre. E di questo appuntamento sul calendario il padre di Bagnaia non può che esserne orgoglioso.

Pietro, cosa significa questo titolo?
«Il mio cuore è sempre stato con lui, con Pecco.

Sono stato la spalla, quando ne aveva bisogno, e lo applaudivo quando invece ha vinto ed era felice o contento. È una soddisfazione enorme, ma devo ancora godermela. Ha fatto un lavoro incredibile, insieme alla squadra, ha superato dei momenti difficili questa stagione. Cosa gli devi dire a uno così?».

Che ha vinto un titolo su una moto italiana 50 anni dopo Agostini. Non male, no?
«Sono un amante dello sport e dei buoni sentimenti, quando sento questa cosa, cioè sentir parlare di Agostini ecc..., avendo vissuto lo sport da sempre ma soprattutto i motori, è una cosa immensa».

Anche lei, come suo figlio, tifava Valentino?
«Ci mancherebbe altro, sono un suo grande tifoso».

Come ha vissuto la gara di Valencia? Quanto ha sofferto?
«Le gare le guardo sempre con mio figlio Filippo, perché lui è come me e ci guardiamo le gare. Cerchiamo di dirci il meno possibile, ma stiamo attenti. E' stata una gara lunga, quando ho visto che è saltata via una aletta dalla moto di Pecco ho avuto uno scossone: e adesso cosa succederà? Da quel momento, ho capito che sarebbe stata una gara in difesa, che non avrebbe potuto essere l'attaccante. Ma non importa, ha gestito alla grande».

Far arrivare Pecco lassù, quanto le è costato?
«Io dico da sempre questa cosa qua: non ho mai pensato un minuto della mia vita che potesse essere un sacrificio. Magari sono stato più fortunato di altri, ma quando hai a che fare con un figlio che sogna, non può mai essere un sacrificio. È come se volesse laurearsi in medicina o prendere un'altra strada, per me è lo stesso».

Le ha mai dato problemi in gioventù o è sempre stato così bravo? Per esempio, avete mai litigato?
«I litigi tra padre e figli sono normali, ci mancherebbe. Ma Pecco, sinceramente, non mi ha mai creato problemi. Si può discutere, quando si fa qualcosa, ma lui da piccolo era iperattivo, bisognava soltanto corrergli indietro e stare insieme a lui. Adesso, a corrergli dietro non ci provo più, è impossibile! Ma grossi casini, sinceramente, non ne ha mai fatti. O perlomeno non me ne ricordo».

In questi giorni avrà ricevuto tanti complimenti per suo figlio.
«Sì, e i complimenti che mi fanno più piacere sono quelli che riguardano il Pecco persona e uomo».

Come ha vissuto la scelta di suo figlio di lasciare casa molto presto e andare a vivere fuori a Pesaro?
«Sto cercando di mandare l'altro mio figlio a studiare in Canada o in Australia, e lui vorrebbe fare altrettanto. È la stessa cosa con Pecco, quando nel 2013 è entrato nel Mondiale. Aveva capito che non poteva continuare ad allenarsi a Torino e così ha deciso di andare. Certo, sua mamma aveva le palpitazioni, quando le ha comunicato che quella del pilota sarebbe stata la sua vita. Ma lui ormai sono tanti anni che vive lì, c'è anche il mare, e noi qualche volta lo andiamo a trovare».

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