Intervista a Luca Marini: «Sogno di correre contro Valentino ma prima devo vincere in Moto2»

Intervista a Luca Marini: «Sogno di correre contro Valentino ma prima devo vincere in Moto2»
di Flavio Atzori
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Giovedì 8 Novembre 2018, 09:30
«Sai, non mi aspettavo di trovarmi Valentino lì davanti a festeggiarmi. Lui avrebbe dovuto correre di lì a poco e invece è stata una grande sorpresa. Mi ha detto “che gara che hai fatto!”. Il resto? Non ricordo nulla, solo emozioni. È stato un momento che mi porterò dietro per sempre. La prima vittoria non si scorda mai». A sorprendere di Luca Marini è l’educazione, la gentilezza nell’esporre le proprie emozioni che giungono limpide, vive. Non veste lo stereotipo del pilota scavezzacollo e “sporco”. Probabilmente proprio in questo risiede la sua forza. Luca ha fatto parlare i fatti, il lavoro, il proprio talento, più forte di chi lo ha tacciato di esser negli anni “il fratello di Rossi”. E la vittoria di Sepang, ha apposto il sigillo su una crescita sempre più veloce. 
La prima vittoria di Sepang. Quali emozioni ha provato? 
«È stato un vortice di emozioni, un qualcosa di incredibile che volevo e desideravo, un obiettivo conquistato. Mi dà enorme soddisfazione poter chiudere la stagione in questa maniera».
La sua è stata una vittoria simbolo di una crescita esponenziale durante l’anno. 
«Assolutamente, è stata una crescita per certi versi paurosa, ma non è stata una stagione semplice. Ho avuto tante difficoltà inizialmente, ma poi quando sono riuscito a mettere tutto insieme sono riuscito a esprimere tutto il mio potenziale e dimostrare quanto sono veloce. La chiave di volta è arrivata ad Assen dove ho conquistato la prima fila ed è stata la prima vera gara dove sono riuscito a stare davanti sul serio. Poi al Sachsenring è arrivato il primo podio. Gara dopo gara ho preso sempre più consapevolezza e creduto di più in me stesso. C’è poi da sottolineare il lavoro con il team: son persone e meccanici eccezionali anche e sopratutto dal punto di vista umano». 
A questo punto l’obiettivo per il prossimo anno è il mondiale o preferisce mantenere un basso profilo? 
«Bisogna sempre volare basso secondo me e mantenersi umili. La differenza si farà durante la stagione con la costanza nei risultati. Per il momento, il mio obiettivo è quello di finire al meglio questa stagione per iniziare di slancio la prossima. Quest’inverno potrò puntare a preparare la prossima stagione con più sicurezze e meno incognite. Il 2019, poi, sarà un anno importante, cambieranno tanti elementi tecnici a partire dal nuovo motore (la Honda abbandona in favore del propulsore Triumph a 3 cilindri, ndc). Dunque bisognerà adattarsi, con nuove linee e uno stile un poco differente. Non sarà facile certo, ma non lo sarà per nessuno. Noi siamo pronti e abbiamo una grande armonia nel team: questa per me è una marcia in più». 
E se tra due anni si trovasse a correre in MotoGp con suo fratello? 
«Sarebbe fantastico, certo, ma è un sogno molto difficile da realizzare. Prima di andare in MotoGp devo dimostrare di valere il vertice in Moto2 il prossimo anno. Voglio fare ancora bene qui e dare tanto, come minimo un altro anno qui va fatto. Poi bisogna anche pensare e capire quale potrebbe essere il momento giusto per andare in MotoGp. Pensi a Morbidelli. Franco è un talento da top5 MotoGp, ma con una moto non semplice e non cosi competitiva ha faticato tanto; secondo me nel motociclismo di adesso non puoi nemmeno permetterti una stagione così così. Fortunatamente lui per il prossimo anno è a posto con Yamaha. Io vorrei evitare questo nel futuro: andare in top class con una situazione che non mi piace può complicare una carriera. Ma tanto ancora è presto».
Come lo vede suo fratello Valentino? 
«A 39 anni ha dimostrato a Sepang di andare ancora molto forte».
L’età dunque non è un limite? «Magari è un limite per gli altri, per Valentino no. Ha fatto una gara incredibile a Sepang ma io non sono sorpreso. Lo vedi anche nel ranch che vuole sempre migliorarsi, vuole sempre vincere».
 
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