Non è un caso che da lì vengano Morbidelli e Bagnaia, gli ultimi due campioni del mondo della Moto2». Come già Agostini negli anni Sessanta e Settanta, Rossi incarna la figura del pilota-divo, nel senso di fenomeno planetario, capace di attrarre anche chi non è appassionato di motociclismo: «Valentino è un campione di popolarità che sta segnando un'epoca non solo con le vittorie, ma pure per la leggerezza che ha saputo conservare». Anche per l'eterno Rossi arriverà il momento di smettere: «Come si riconosce? Quando dal vincere ogni domenica cominciai a fare terzo, e dicevano 'Ago è finitò, ci stavo malissimo. Rossi sa che non sarà mai più il pilota che era a 20 anni. Però è talmente professionista che sopperisce con la preparazione fisica. E il talento non invecchia. Nel 2018 ha guidato benissimo. Godiamocelo finché c'è. Poi ci mancherà. Campioni così ne nasce uno ogni quarto di secolo».
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