Imola significa mito: cento di questi Gan Premi

Imola significa mito: cento di questi Gan Premi
di Giorgio Ursicino
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Sabato 31 Ottobre 2020, 07:30

Torna Imola, la Formula 1 respira aria di leggenda. Sulle colline adagiate sulle sponde del Santerno, infatti, si sono scritte pagine gloriose nella storia della velocità. Ad affrontare traiettorie tanto famose, i piloti si emozioneranno tutti, compreso il Re nero britannico che ormai dipinge imprese lottando da solo contro se stesso. E Lewis a qualcosa avrà sicuramente pensato per rendere memorabile un Grand Prix che lui non ha mai disputato, dove i migliori si sono dati battaglia per un quarto di secolo. L’evento, era scontato, sarà senza pubblico, troppo alto il rischio di contagio con il virus che ormai gira senza la speranza di una tracciabilità. Che sia un’occasione importante lo conferma il fatto che sarà la centesima gara del mondiale ad essere ospitata in Italia dal 1950. Un anniversario che il circuito della Motor Valley si è aggiudicato nel derby con Monza che, ormai da anni, si è ripresa il diritto di ospitare l’unico gran premio tricolore.
Quest’anno il calendario è stato profondamente scosso dalla pandemia, tanto che la F1 ha quasi disputato un “europeo allargato”, rinunciando alle lunghe trasferte intercontinentali e transoceaniche. Così sono venuti in soccorso tracciati del vecchio continente ricchi di fascino e molto inclini a migliorare lo spettacolo. Una situazione che, se tornerà la normalità, non si potrà ripetere in quanto il Circus, che è l’organizzazione più globale del mondo, ha sempre bisogno di nuovi mercati e nuove entrate per alimentare il business, specialmente dopo una stagione trascorsa in profondo rosso per la mancanza dei tifosi sugli spalti e di organizzatori facoltosi.

TRIS DA CONSERVARE
Sarebbe bello conservare tre corse tricolori l’anno su piste piene di fascino, ma vale la pena di ricordare che la ricca Germania ha corso il rischio di perdere la sua tappa ed anche il Belpaese è stato ad un passo dall’essere escluso se non ci fosse stata la determinazione e la passione del presidente dell’Aci Sticchi Damiani. Imola sarà una corsa molto speciale anche per il format per la prima volta previsto (senza cause di forza maggiore) in solo due giornate di gara. Una condizione nuova, su un circuito sconosciuto, che potrebbe un po’ mischiare le carte in tavola.
Hamilton, infatti, pur animato da uno straordinario talento, ha la sua età (35 primavere) e spesso rasenta la perfezione prendendosi tutto il tempo per migliorare, aiutato dalla telemetria e dal suo fidato ingegnere di macchina.

Lui non prende rischi, è un “ragioniere” velocissimo (nessuno ricorda più l’ultima volta che non ha preso punti), e meno tempo per studiare potrebbe favorire i giovani rampanti come Verstappen e Leclerc o il compagno di squadra Bottas che, per prendersi le briciole, deve necessariamente rischiare. I ferrasti sono impazienti di scendere in pista, Charles è uno dei pochi a conoscere il circuito per averci corso in Formula Renault (certo le velocità erano diverse ma le curve uguali). Vettel, invece, nel 2006, nell’ultima edizione disputata, che ha visto imporsi per la sesta volta Michael Schumacher (Schumi ha vinto da solo un quarto dei GP di Imola), era solo il giovane pilota di riserva del team BMW.

IL RICORDO DI AYRTON
Sua Maestà, invece, esordì l’anno successivo rischiando di vincere l’iride alla prima botta nonostante avesse per compagno quello schiacciasassi di Fernando Alonso. Ad Imola sono legate istantanee da brivido nel mito di questo sport. Come quelle dello sgarbo tutto ferrarista del 1982 di Pironi a Villenueve con Gilles che perse la vita la gara successiva in Belgio. O quella, molto più amara del 1994 quando la sorte si portò via in un solo weekend il quasi sconosciuto austriaco Roland Ratzenberger e l’idolo delle folle Ayrton Senna. Il pilota preferito da Lewis, c’è l’impressione che non lascerà la Coppa in altre mani. L’Alfa Romeo, intanto, ha confermato anche per la prossima stagione Raikkonen e Giovinazzi,

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