Ferrari, affidabilità e nervi i rebus da risolvere

Ferrari, affidabilità e nervi i rebus da risolvere
di Claudio Russo
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Lunedì 1 Aprile 2019, 12:40 - Ultimo aggiornamento: 20:18
SAKHIR I primi segnali erano arrivati nei test invernali a Barcellona. Al debutto Vettel aveva detto: «La SF90 è una macchina perfetta». Ma si sbagliava. Nei giorni successivi la nuova monoposto aveva avuto alcuni problemi, tanto è vero che entrambi i piloti aveva perso diverse ore di prove, fermi ai box mentre i tecnici e i meccanici cercavano di capire cosa stava succedendo. Ma le prestazioni c'erano, le Mercedes erano dietro, anche se di poco nei tempi sul giro. Tanto è vero che nel paddock si dava la Ferrari come favorita almeno per la prima gara della stagione in Australia. A Melbourne, però la doccia fredda. Le SF90 lente il venerdì. Comprensibile, al momento. Perché in genere la Ferrari è abituata a ribaltare la situazione per il giorno dopo. Invece no. Sette decimi di distacco con Hamilton e Bottas in prima fila, Vettel terzo e Verstappen davanti a Leclerc, non perfetto ion qualificazione. La gara quasi un'agonia, rispetto alle aspettative, una vera delusione. «Perché sono così lento?», chiedeva Sebastian via radio. Ma non c'era stata una risposta precisa.
RISCOSSA A METÀ
Raccolti i dati Binotto e i suoi uomini erano tornati a Maranello per cercare di capire perché mancavano le prestazioni, anche la velocità di punta che avrebbe dovuto essere il fiore all'occhiello della Ferrari. Il maligno Helmuth Marko, cervello della Red Bull, aveva detto: «Credo che abbiano avuto problemi di motore, costretti a depotenziarlo come ha fatto anche la Haas con la stessa power unit». Binotto in questi giorni ha indirettamente replicato: «Non li abbiamo». Ma, in effetti, non si può adesso nascondere che la power unit della vettura di Leclerc non sia stata rallentata da un guasto del sistema elettrico. «Non ci sono stati segnali preoccupanti sino a quando non è successo - ha spiegato Leclerc - però non c'è stata nulla da fare per rimediare». Ecco quindi qual è uno dei punti sui quali la Ferrari deve lavorare. Il monegasco, fra l'altro, ha anche accennato a problemi di carburante, ma si è saputo, dopo qualche ora, che si trattava di un consumo eccessivo derivato proprio dalla mancanza dell'apporto di potenza da parte del sistema elettrico. Charles avrebbe potuto spingere un po' di più ed evitare di essere superato da Bottas piazzandosi quindi secondo. Ma ha dovuto alzare il piede dall'acceleratore per evitare di rimanere senza benzina. Questo non spiega, però i tempi sul giro più alti anche di Vettel. Inizialmente, appena tornato in pista, il ritmo del tedesco era molto positivo e sembrava poter recuperare su chi gli stava davanti. Invece anche Sebastian ha rallentato e si è accontentato del quinto posto. Quindi a Maranello dovranno indagare anche su questo problema. È difficile pensare che si tratti soltanto di un caso. C'è chi parla di un inconveniente dovuto al raffreddamento, a causa di un'aerodinamica pensata per andare più forte, ma penalizzante per quanto riguarda le temperature interne della macchina. Ma sono solo ipotesi senza prove, potrebbe anche trattarsi si un problema dell'intero sistema.
SOTTO PRESSIONE
A parte la macchina, la Scuderia ha anche un altro rebus da risolvere. Riguarda Vettel. Già l'anno scorso il campione tedesco aveva mandato qualche segnale negativo, compiendo diversi errori. Anche ieri ha sbagliato. Inoltre non sembra essere a suo agio con la SF90 come lo è Leclerc. C'è qualcosa che Seb non dice, ma continua a ripetere che non è la stessa macchina che aveva guidato a Barcellona. Forse non tutta le fiducia necessaria per dimostrare il suo indubbio talento. E Binotto dovrà impegnarsi anche sul pilota.
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