Fittipaldi, quando la Formula 1 è affare di famiglia

Fittipaldi, quando la Formula 1 è affare di famiglia
di Benedetto Saccà
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 2 Dicembre 2020, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 5 Dicembre, 12:02

Siccome non tutti i supereroi indossano un mantello, Romain Grosjean, uomo di kevlar e fibra di carbonio, ha voluto svegliarci dal torpore invernale direttamente cambiando la foto profilo su tutti i suoi ingolfatissimi social. Così, da ieri, lì in alto a sinistra, possiamo tutti apprezzare un’immagine di Romain che – sotto la tutona della Haas – indossa ovviamente il costume con la S di Superman. Ma visto che è un essere speciale, ora Grosjean si è anche messo in testa di correre tra 10 giorni ad Abu Dhabi per la sua ultima apparizione in Formula 1 con la Haas. Avete letto bene. È ancora in ospedale con le manone fasciate per le ustioni dopo aver passeggiato all’inferno (impatto a 211 km/h e decelerazione terrificante di 53 g), e già pensa a tornare in pista. Per intanto Romain deve accontentarsi dei panni di Clark Kent; e a gareggiare al suo posto, tra quattro giorni ancora a Sakhir (stesso circuito ma tracciato cambiato), sarà il giovanissimo Pietro Fittipaldi. Il cognome non vi suonerà nuovo: e infatti il piccolo grande Pietro, 24 anni e 5 mesi, è per l’esattezza il nipote del mitico Emerson Fittipaldi, brasiliano campione del mondo di F1 nel 1972 su Lotus e nel ‘74 su McLaren. Benché portatore di un cognome pericolosamente ingombrante, Pietro, nato a Miami, ha attraversato le paludi della gavetta misurandosi con tutto il ventaglio possibile delle corse: dal kart alla Nascar, dalla Formula 4 all’Endurance, dalla Formula E all’IndyCar. Poi il lungimirante Haas F1 Team ha fiutato il potenziale e ha deciso di promuoverlo come terzo pilota e collaudatore. Ed eccolo pronto adesso a ricevere in prestito la VF-20 con power unit Ferrari.

LA TELENOVELA
Ci mette al corrente il sito ufficiale della Formula 1 del fatto che «nessun’altra famiglia ha prodotto tanti piloti di F1» come la famiglia Fittipaldi. A sfogliare l’albero genealogico, in effetti, si è colti dal leggerissimo dubbio di trovarsi davanti alla famiglia Buendía di “Cent’anni di solitudine” (di Garcia Marquez). Nomi tutti uguali e grande spaesamento. Possono tornar utili, allora, un foglietto e una penna per non scomparire nel buio. Ritrovato l’orientamento, si può ripartire. Dunque. In principio fu Wilson Fittipaldi, giornalista sportivo italo-brasiliano e soprattutto padre di Emerson, il campione degli anni Settanta di cui si parlava alcune righe sopra.

Emerson, oggi 73enne, tra le tante cose, nella sua vissutissima vita ha avuto (finora) sette figli (sette, sì): tre dalla prima moglie Maria Helena, due dalla seconda moglie Teresa e due dalla terza Rossana. Uno dei bimbi avuti da Rossana si chiama – nemmeno a pensarci troppo – Emerson Junior e corre già nel campionato kart con la scuderia Sauber. Piccolo dettaglio: ha 13 anni.

IERI, OGGI E DOMANI
Si può facilmente intuire, anche dopo lettura sommaria, che i Fittipaldi c’erano ieri, ci sono oggi e ci saranno domani. Wilson Fittipaldi, ad esempio, è il fratello di Emerson e ha quasi 77 anni. Lo ricorderete, forse, perché tra il ‘72 e il ‘75 apparve in Formula 1 alla guida di una decadente Brabham – in precedenza in versione molto vincente. In due stagioni, infatti, Wilson raccolse tre punti. Nel ‘75 però si imbarcò in una scomposta e improvvisata avventura con il fratello Emerson, fondando la scuderia (di F1) Fittipaldi Automotive, che peraltro a più riprese dovette mutare pure il nome. Miglior risultato ottenuto: un settimo posto in classifica. Non è tutto, ci mancherebbe. Figlio di Wilson è del resto Christian Fittipaldi, classe ‘71, che nelle annate comprese tra il 1992 e il ‘94 si ritrovò a sorpresa fra le mani il volante della Minardi e della Arrows. Più ritiratosi che avvistato mentre tagliava il traguardo, Christian, bisogna dirlo, riuscì a conquistare anche il quarto posto in tre Gran Premi. Una volta fu pure squalificato: al Gp del Canada del ‘94 arrivò sesto, ma fu appunto implacabilmente punito perché la sua Arrows era misteriosamente troppo leggera. Dimenticati i cupi episodi, la famiglia ora si affida ai giovani: al piccolo Emerson Junior, a Pietro pronto al debutto con la Haas e al fratellino Enzo Fittipaldi (è l’ultimo, per ora). Emerson Jr, a 13 anni, tra l’altro, è il loro zio. E che cosa combina il 19enne Enzo nella vita? Ma il pilota, è ovvio. È già sbarcato nella Ferrari Driver Academy e corre in Formula 3 con la Hwa. Dopotutto, ci raccontano le biografie, «ha cominciato a correre a quattro anni». Nuovi supereroi crescono.

© RIPRODUZIONE RISERVATA