Binotto: «La Ferrari investe ancora ed è pronta ad aprire un ciclo»

Mattia Binotto
di Giorgio Ursicino
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Sabato 8 Agosto 2020, 09:34
In pista un’altra giornata senza sorrisi. Ma Mattia non esita a metterci la faccia. Incassata dal Presidente e azionista di riferimento John Elkann la fiducia quasi incondizionata, Binotto parla da team principal, mettendo quasi pressione a quei tecnici che fino al 2018 dipendevano da lui e che ora devono prendersi le loro responsabilità. Un eccellente comunicatore che non alza mai i toni e mai ricorre al “politichese” dicendo sempre come stanno le cose.
Come si sta strutturando la nuova organizzazione tecnica?
«Gli ultimi cambiamenti sono il frutto di un processo evolutivo. Quando sono diventato responsabile del team ero direttore tecnico e sono stato coinvolto per un periodo in decisioni sull’argomento. Ora le cose sono cambiate e ci sono persone capaci che sovraintendono la varie aree».
Come pensate di realizzare la vettura del 2022 che sarà nuova con questo gruppo di tecnici?
«Siamo sicuri che per aprire un ciclo serve stabilità. Abbiamo provato questa esperienza in casa e l’abbiamo visto anche nei team avversari. Il gruppo è questo, negli anni scorsi è riuscito a realizzare monoposto valide, ma non è detto che non possano esserci dagli innesti, anche importanti. E poi la Ferrari continua ad investire, avremo un nuovo simulatore».
La Racing Point è stata penalizzata per aver copiato la Mercedes. Va punita anche Stoccarda?
«La cosa importante è che è stato riconosciuto l’errore, è un punto di partenza. Noi abbiamo sempre sostenuto che è sbagliato copiare, non è legale. Leggeremo la sentenza che riguarda solo il ricorso della Renault sulle prese d’aria dei freni e poi decideremo se andare avanti con l’appello. Ci sono 4 giorni di tempo, il discorso potrebbe essere esteso ad altre parti della vettura».
Ma chi è ora il direttore tecnico?
«Quasi nessuna squadra ha un responsabile per tutta la parte tecnica. Noi per la monoposto abbiamo Enrico Cardile che si occupa delle prestazioni e Simona Resta che realizza il telaio».
Visto come vanno le cose, non vi siete pentiti di aver autorizzato il rinvio del nuovo regolamento al 2022?
«Abbiamo fatto quello che c’era da fare, non guardando solo i nostri interessi ma quelli di tutto il motorsport. Durante il lockdown c’è stata una forte crisi, bisognava accettare alcuni compromessi. Le regole nuove, invece, era indispensabile rimandarle. Con il fermo avuto non c’era il tempo per realizzare macchine tutte nuove».
Come potete accettare che la Fia è intervenuta sul caso Racing Point solo dopo la protesta Renault?
«Per fare reclamo servono certezze, spesso i team sono più strutturati della Fia e la Renault è stata brava ad individuare per prima il problema».
Il motore sembra meno potente di tutti. Non siete preoccupati?
«Sono preoccupato per tutte le cose della monoposto che non vanno e sulla powerunit dobbiamo migliorare. Ma ci sono tre propulsori abbastanza vicini e un altro molto più potente. Mi suona strano, ma è un regolamento molto complesso che la Fia cerca continuamente di chiarire».
Come mai Sebastian si trova più in difficoltà? 
«Può dipendere da vari fattori, spero che le cose cambino. In ogni caso Charles sta facendo molto bene».
È vero che c’è stata una rottura sul piano personale con Wolff?
«Non è mia abitudine parlare di altri team, altri lo fanno. Ho letto alcune cose e mi sono dispiaciute, ma non sono cose personali, riguardano sempre il nostro lavoro e le nostre responsabilità».
Quanto pensate di poter recuperare con le limitazioni che ci sono?
«Sul motore del prossimo anno si può lavorare anche se sono state ridotte le ore al banco. Il telaio è molto bloccato, mentre l’aerodinamica è libera con limitazioni però dell’uso della galleria. Credo che sia sbagliato aver l’obiettivo di lottare con la Mercedes, battere gli altri si può».
A che punto è il concord agreement?
«Siamo alla stretta finale. Ci sono da sistemare dettagli, ma la sostanza l’abbiamo trovata. Ci sarà più spazio per i piccoli team e migliorerà lo spettacolo, ma è stata riconosciuta la posizione della Ferrari».
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