Formula 1, il capo della commissione medica: «In caso di contagio il Mondiale non si riferma»

Formula 1, il capo della commissione medica: «In caso di contagio il Mondiale non si riferma»
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Martedì 5 Maggio 2020, 11:41
Il Mondiale di Formula 1 è pronto a ripartire, prima grande manifestazione internazionale dopo lo stop imposto a tutto il mondo dalla pandemia, e in caso di nuovo contagio l'intenzione è quella di non fermarsi di nuovo. A spiegarlo è Gerard Saillant, l'ortopedico che operò Ronaldo dopo il grave infortunio al ginocchio, ora alla guida della commissione medica della Fia. «Se ci sarà un nuovo contagio, il Mondiale non deve fermarsì: sarebbe come dire che chiudiamo la metropolitana perchè è stato trovato un passeggero positivo», ha raccontato Saillant in un'intervista all'Equipe nella quale ha illustrato il protocollo medico per la ripresa che sta per essere messo a punto in vista della ripartenza del 5 luglio, col Gp d'Austria. «La situazione è cambiata rispetto a marzo in Australia -ha aggiunto Saillant, riferendosi al primo Gp della stagione poi annullato per l'emergenza coronavirus - Abbiamo un dispositivo di test rapido per la conferma della diagnosi, siamo in grado di isolare e testare le persone che sono state in contatto con un caso positivo».

L'idea della Fia è quella di creare nel paddock una sorta di 'bolla sanitarià, isolata dal resto del mondo. Si fa affidamento su test rapidi per la ricerca della positività e una app in grado di tracciare i contatti avvenuti all'interno del paddock, al quale i team potrebbero ammettere un numero ristretto di persone. La registrazione alla app sarebbe su base volontaria, e l'ufficio legale della Fia sta lavorando alla tutela della privacy. Sono previsti test sulla saliva e il rispetto delle norme sanitarie dei singoli paesi. «Se un circuito è in campagna, le cose sono diverse rispetto a uno in città», ha sottolineato Saillant, ammettendo che al momento la differenza principale è tra i Gp previsti in Europa e quelli in Asia: «Singapore o Vietnam avrebbero un'organizzazione medica completamente diversa. Già oggi il governo di Singapore potrebbe costringere l'intero paddock a una quarantena di due settimane prima di accedere alla pista»
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