Budget cap, McLaren all'attacco: «Chi ha imbrogliato ne ha tratto vantaggi, una multa non basta...»

A rompere il fronte del silenzio in Formula 1 sullo sforamento del Budget cap da parte di Red Bull ci ha pensato Zak Brown, proprietario della McLaren

Nella foto, Seidl, team principal, e Brown, proprietario McLaren
di Massimo Costa
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Martedì 18 Ottobre 2022, 15:32 - Ultimo aggiornamento: 20 Ottobre, 10:59

Da quando è uscita la notizia certificata dalla FIA che la Red Bull non ha rispettato i parametri imposti dal budget cap per la stagione 2021, il mondo della F1 si è come anestetizzato. Tutte le polemiche, le minacce, messe in giro a Singapore dai team principal Toto Wolff e Mattia Binotto, sono svanite nel nulla dopo Suzuka, da quel 10 ottobre in cui la FIA ha reso noto l'esito dello studio effettuato team per team. Come se si volesse attendere passivamente l'esito della multa, o quel che sarà, nei confronti della Red Bull. Ma è stato veramente così? Oppure Binotto e compagnia hanno armato gli avvocati pronti a scatenare una battaglia mai vista prima, se la sentenza FIA non sarà pari alle aspettative?

A rompere il fronte del silenzio ci ha pensato Zak Brown, proprietario della McLaren. Dalla Gran Bretagna, precisamente dalla televisione BBC, è arrivata la notizia che il dirigente americano del team di Woking è passato all'attacco inviando una lettera alla FIA in cui ha messo in copia Stefano Domenicali, CEO di Formula One Group parte di Liberty Media. Non solo. La mail è arrivata a tutti i team principal del Mondiale F1.

Brown si è sempre battuto per l'introduzione del budget cap e successivamente ha battagliato affinché venisse rispettato. Appreso dello sforamento di Red Bull, Brown è andato su tutte le furie. La BBC ha reso nota una parte della lettera di cui sopra e il testo è inequivocabilmente durissimo: "Il mancato rispetto del budget cap rappresenta un imbroglio offrendo un vantaggio significativo rispetto ai regolamenti tecnici, sportivi e finanziari. Un team che ha speso oltre il limite, ha ottenuto un vantaggio ingiusto nello sviluppo della vettura sia per la stagione in corso sia per quella successiva. Perciò riteniamo che una multa non sia la punizione adeguata e che ci aspettiamo".

Parole che dicono chiaramente quello che del resto è ormai il pensiero comune nell'ambiente: la Red Bull non ha rispettato consciamente una regola ben nota e precisa, una regola che se elusa può portare a indubbi vantaggi agonistici in pista favorendo la competitività della Red Bull rispetto agli avversari che invece, non hanno potuto sviluppare le proprie monoposto per rimanere entro la cifra richiesta dal budget cap di 145 milioni di dollari. Dunque, si può dire senza alcuna discussione che la Red Bull abbia barato, che abbia vinto gare in maniera fraudolenta e grazie a esse anche due titoli mondiali piloti con Max Verstappen e uno costruttori quest'anno? Per Italiaracing la risposta è una soltanto: assolutamente si.

Per chi supera il budget cap rimanendo all'interno del 5 per cento, la cifra balla dal dollaro a 7 milioni e rotti. Alcune indiscrezioni raccontano che il tetto sia stato abbattuto di due milioni. Tanta roba, ma non c'è nessuna prova reale di questo dato. Per tale violazione, vi è una certa varietà di interventi punitivi che la FIA può mettere in atto, che va dalla multa pecuniaria alla possibilità di intervenire sulle classifiche. Vedremo nei prossimi giorni quale sarà il comportamento della FIA.

Ne va della credibilità della F1 e delle sue regole.

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