MONZA - Le sue prime parole sono state interrotte dal rombo dei motori della gara di F2 che scattava in quel momento di metà mattinata. Ma Marcel Jacobs, medaglia d’oro dei 100 metri a Tokyo, non si è scomposto. E ha spiegato con un sorrisino di gioia malcelato: “Per me questo non è un rumore fastidioso, anzi è un sound che ho nel sangue perché tutta la mia famiglia è sempre stata amante dei motori”.
Jacobs, l’eroe di Tokyo è soltanto uno – ma il più rappresentativo – dei 15 atleti italiani che hanno vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi che l’ACI ha inviato a Monza per godersi il Gran Premio d’Italia F1. C’erano tutti o quasi: da Massimo Stano e Antonella Palmisano, oro nella marcia 20 km, ai velisti Banti e Tita, a Dell’Aquila e Busà trionfatori rispettivamente nel taekwondo e nel karaté. E poi c’era “Gimbo” Tamberi, medaglia d’oro nel salto in alto, eccitato come un bambino di fronte a quelle F1 che ha sempre sognato. In passerella anche gli staffettisti della 4x100 Jacobs, Tortu e Patta (mancava Desalu) e i medagliati dell’inseguimento a squadre nel ciclismo, Consonni, Lamon e Milan (assente invece Ganna).
Una bellissima iniziativa dell’Automobil Club d’Italia, voluta dal suo presidente Angelo Sticchi Damiani. “Quando come tutti gli italiani mi sono emozionato in te vedendo i successi alle Olimpiadi ho subito pensato che invitare questi atleti a Monza sarebbe stato il contesto giusto per onorarli, festeggiarli e farli divertire. Così l’ho proposto al presidente del CONI Malagò che ci ha messo meno di un millisecondo per accettare con entusiasmo e portare con sé tutti gli atleti”.
“Monza”, dice Malagò, “è il tempio della velocità e in fondo tutti questi ragazzi qui davanti a voi hanno a che fare con la velocità: non soltanto Jacobs o gli staffettisti della 4x100: velocità sono anche i colpi di karaté che Luigi Busà ha dovuto sferrare con rapidità per vincere, oppure le manovre istantanee compiute da Caterina Banti e Ruggero Tita sul catamarano con cui hanno conquistato l’oro nella vela. La velocità è il denominatore comune di tutti questi atleti ed è bello accomunarli alla festa della F1 qui a Monza”.
Un messaggio di sport e unità: i successi negli sport olimpici e nel calcio hanno trasmesso agli italiani il messaggio che insieme si può vincere.
Al centro dell’attenzione monzese il bi-campione olimpico Marcel Jacobs, che a differenza dei suoi colleghi atleti arrivati in pista soltanto domenica, si è goduto tutto il week end fra box, garages e hospitality Ferrari.
Ugualmente eccitato Filippo Tortu, l’ultimo staffettista di Tokyo che ha regalato e milioni di italiani l’emozione della vittoria nella 4x100. “Tra tutti noi atleti io sono quello che abita più vicino al circuito: sono nato e cresciuto qui a pochi minuti di di distanza dalla pista e il rombo dei motori lo sento spessissimo a casa. Ma trovarmi così vicino alle F1 è un’emozione davvero unica”.
Ma il più ironico è stato Gianmarco Tamberi, un vero istrione della scena. Che ha raccontato un curioso aneddoto: “Questo sound della F1 mi ricorda un momento bellissimo: il giorno prima delle nostre finali a Tokyo, nella stanza del villaggio olimpico, ho giocato a una gara di Formula Uno con la PlayStation proprio contro Jacobs col volume del sound dei motori altissimo e l’ho battuto! Questo rumore mi esalta e mi ricorda quel momento, e chissà che non sia di buon auspicio per altri nostri successi!”.