Il ministro della Cultura e dello Sport, John Whittingdale, ha spiegato che l’inchiesta riguarderà anche (e soprattutto) l’Ukad, vale a dire l’agenzia nazionale antidoping, che inspiegabilmente non sarebbe intervenuta perfino davanti a una denuncia presentata da un atleta e relativa alle attività del medico sospettato. «Sono profondamente preoccupato dalle accuse. Ho chiesto un’investigazione urgente per chiarire quali ulteriori azioni siano necessarie per garantire che lo sport britannico resti pulito», ha aggiunto Whittingdale. «Non ci sarà tolleranza».
Come detto, i dubbi riguardano il comportamento dell’Ukad. Con la scusa di «non essere competente», l’agenzia antidoping britannica si sarebbe limitata a girare al General Medical Council la denuncia connessa a Mark Bonar. Ascoltato dalla Bbc, Bonar sostiene di aver assistito gli atleti soltanto con sostanze «non proibite» e, comunque, per problemi di salute.
In realtà, però, il Sunday Times ha rivelato di aver raccolto filmati in cui Bonar assicura di aver aiutato decine di atleti «di elite». Campioni tra i quali figurano numerosi calciatori – al momento non identificati – e che si sarebbero presentati nel suo studio per essere assistiti privatamente.
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