Roma, Monchi spiega il mercato del club: «Necessaria una piccola rivoluzione»

Monchi
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Venerdì 20 Luglio 2018, 11:41 - Ultimo aggiornamento: 11:46
Si chiude oggi il ritiro estivo della Roma a Trigoria. La squadra giallorossa questa sera sarà impegnata a Frosinone contro l'Avellino e poi la settimana prossima volerà negli Stati Uniti per partecipare all'International Champions Cup 2018. «La tournee è importante perché a livello sportivo abbiamo la possibilità di affrontare squadre forti come Real Madrid, Barcellona e Tottenham e proseguire così la preparazione. E poi serve anche alla crescita del brand Roma» spiega il ds Monchi intervenuto ai microfoni della radio ufficiale giallorossa. Il dirigente, dopo aver ceduto ieri Alisson al Liverpool per 72.5 milioni di euro (bonus compresi), ha spiegato che col suo lavoro sul mercato sta cercando «di costruire qualcosa per il presente e per il futuro». «La mia idea è di fare via via meno acquisti nel futuro, ma penso che adesso avevamo bisogno di questa piccola rivoluzione per cambiare qualcosa - confessa il ds -. Il messaggio che voglio mandare è che la Roma ha l'ambizione di costruire qualcosa di importante per tanti anni. Quanto manca per arrivare al top? Siamo vicini al piano più alto, ma non possiamo dire bugie, ancora manca un pò.
Con il lavoro collettivo e la fiducia stiamo salendo, credo che stiamo andando avanti e siamo sulla strada giusta. L'importante è essere convinti che la strada che prendiamo ci porterà agli obiettivi ai quali aspiriamo». Ieri lo spagnolo ha ricevuto l'incoraggiamento del pubblico del Tre Fontane:
«Parlavo con la mia famiglia proprio di questo. Lo stesso giorno della cessione del giocatore più importante, o comunque tra i più importanti, e ricevere l'applauso dei tifosi è qualcosa che ti fa continuare a lavorare, avendo quella pressione positiva per trovare la strada che tutti vogliamo, è stato molto bello. Non me l'aspettavo, mi aspettavo qualcosa di diverso. A me piace avere un contatto diretto con i tifosi, sono più tifoso che ds. Mi piacerebbe più stare in curva che in tribuna. Questo segnale di affetto mi è piaciuto e mi motiva per fare una Roma più grande». 
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