Calciomercato: plusvalenze sì, campioni no

Calciomercato: plusvalenze sì, campioni no
di Massimo Caputi
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Domenica 12 Luglio 2015, 06:22 - Ultimo aggiornamento: 16:53
Un tempo i calciatori venivano acquistati perché erano bravi, ora perché producono plusvalenze. È questo il nuovo modo d'intendere il mercato, di cui, in generale, si capisce ben poco. Ci sono squadre che, fino a pochi mesi fa, non avevano le possibilità economiche per rafforzarsi e ora, invece, spendono e spandono, incuranti di regole che vai a sapere se sono valide per tutti o solo per pochi. Difficile comprendere soprattutto le difformi valutazioni economiche date ai giocatori e, di conseguenza, le scelte operate dalle società.

El Shaarawy, attaccante di qualità e prospettiva, ad esempio viene venduto a meno di quanto speso per Bertolacci. Darmian, nazionale azzurro, viene ritenuto adatto da van Gaal per il Manchester Utd ma non dalle società italiane che, più o meno alle stesse cifre, vanno a cercare calciatori stranieri. A oggi il vero colpo di mercato è quello del Torino che, con soli 10 milioni, ha acquistato Baselli e Zappacosta. Non ci sono dubbi, soprattutto se confrontiamo questa operazione ad altre, tipo quella in via di definizione tra Roma e Milan, con Romagnoli valutato 20 milioni più bonus. Cifre a parte: se il giovane difensore è cosi forte perchè venderlo per poi dover comprare un altro al suo posto? Semplice: per le plusvalenze.