«Zaniolo? Non garantisco che resterà», così Pinto, general manager della Roma: «Abraham? Nessun timore della recompra»

«Zaniolo? Non garantisco che resterà», così Pinto, general manager della Roma: «Abraham? Nessun timore della recompra»
di Gianluca Lengua
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Martedì 1 Febbraio 2022, 16:06 - Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 08:43

Tiago Pinto spiega la finestra di mercato invernale. Il general manager dei giallorossi ha puntualizzato su alcune trattative e dato qualche indizio per il mercato di gennaio: «Non ho paura del futuro, stiamo facendo di tutto per diventare un club più forte e nei prossimi mesi faremo quello fatto fino ad ora: stabilire un piano e a settembre la rosa sarà più forte quella di oggi. Se possono garantire che Zaniolo resterà? Non posso garantirlo per nessuno». Ecco la conferenza integrale:

«È sempre un piacere fare la conferenza stampa per chiarire ciò che successo. Nell'ultima conferenza stampa, mi hanno invitato a fare le pagelle, ho deciso di non farlo più, sarete voi a farlo. Sulle offerte, preferisco non parlarne, i giocatori con più rendimento ricevono più offerte. Nelle ultime tre finestre di calciomercato siamo riusciti a non far partire i giocatori più importanti. Delle uscite preferisco non parlare, sono contento che siano rimasti». 

Può raccontare un retroscena di mercato?

«Il mercato è sempre pieno di retroscena, ma adesso ho un po’ paura a parlarne. In Italia sto imparando la passione con cui dirigenti e procuratori vivono l’ultimo giorno di mercato e a me colpisce, io cerco di essere sempre un po’ metodico». 

Zaniolo sarà uno dei pilastri per il futuro?

«Non posso dirlo io, nessuno può garantirlo. Mi ricordo che una settimana dopo il mercato estivo c’erano 6/7 giocatori che dovevano rinnovare. Questo è il momento per aiutare il mister e i giocatori ad aiutare la squadra e portare a casa i risultati.

A suo tempo parleremo di tutto, non è il momento di parlare del mercato estivo. Siamo su tre competizioni e possiamo fare una bella stagione».

Il voto al mercato?

«Fai tu».

Il mercato di gennaio ha accorciato le distanze della Roma dalla Champions?

«L’obiettivo del mercato è migliorare la squadra e farla più forte. Con il mercato che abbiamo fatto siamo riusciti a portare a casa due ragazzi che hanno avuto un impatto sulla squadra. Tutti voi sapete che il mercato di gennaio è molto particolare, molte volte cerchiamo di capire cosa manca alla squadra e se siamo capaci di portare a casa giocatori dal rendimento immediato. Alla fine di novembre abbiamo fatto un lavoro con il mister e scouting per capire cosa mancava alla squadra, i ruoli da rinforzare, i profili da prendere ed è per questo che abbiamo fatto un buon lavoro».

Vuole riscattare a giugno Oliveira e Maitland-Niles?

«C’è tempo per parlarne».

Come pensate di risolvere il problema della liquidità? Bisognerà cedere i titolari migliori?

«Una delle cose più belle di questo progetto è il modo allineato in cui lavoriamo. C’è una società sempre presente, un allenatore che è il nostro direttore d’orchestra, che è il meglio del mondo, su cui abbiamo depositato tante speranze e responsabilità. In ogni fase di mercato c’è la fase della proprietà e poi quella calcistica. Non ho paura del futuro, stiamo facendo di tutto per diventare un club più forte e nei prossimi mesi faremo quello fatto fino ad ora: stabilire un piano e a settembre la rosa sarà più forte quella di oggi». 

I titolari verranno ceduti?

«Noi dobbiamo fare delle scelte per migliorare la squadra. La cosa più importante secondo me è far diventare la Roma una squadra vincente e nella prossima finestra di mercato sarà così». 

Si dà un voto più alto per il mercato in entrata o in uscita?

«Credo siamo stati pratici a capire quello che doveva prendere e poi siamo riusciti a fare tutto velocemente. Se i giocatori non giocano abbiamo tre obiettivi: uno farli entrare nel gruppo, due trovare l’ambiente giusto dove farlo giocare, tre fare un bilancio e vedere come far risparmiare la squadra. Nelle uscite abbiamo fatto quello che dovevamo fare».

È vero che Diawara ha bloccato il terzo acquisto? Quale giocatore è stato più vicino?

«Diawara non ha bloccato nulla. Il calcio tante volte è come il matrimonio, se entrambe le parti non vogliono una cosa non si fa. Ma non è vero che un terzo acquisto non è venuto per colpa di Diawara. Ci sono delle cose che io non capisco e chiedo scusa per condividere con voi il mio pensiero. Dopo il 12 gennaio abbiamo tutti detto che il mercato sarebbe stato chiuso, è evidente che al 100% non può essere chiuso. Noi non abbiamo detto che era al 100% chiuso, ma abbiamo detto che con Sergio Oliveira era sostanzialmente chiuso. Poi sono usciti Danilo, Moutinho, Kamara e altri. Moutinho è stato uno scherzo che ha alimentato le notizie dei giornali. Alcuni si lamentano che Pinto non risponde ai giornalisti o che l’ufficio stampa non parla, tutti questi nomi non avevano una trattativa. Erano tutte bugie, compreso Kamara. Un giorno potrò spiegare il dossier Kamara. Quello che mi dispiace, e non voglio essere arrogante, che per tutti questi ragazzi non ho mai avuto una trattativa o proposta. Poi avete detto che erano obiettivi sfumati. Su questo io non posso fare niente». 

C’era anche Zakaria tra i nomi non trattati?

«No, questo è diverso. Quando cerchi di prendere un calciatore ci sono tanti fattori che possono influenzare il calciatore. Alla fine, ho detto che il nostro scouting lo seguiva».

Visto il rendimento di Abraham siete preoccupati del diritto di recompra del Chelsea?

«Esiste, ma non siamo preoccupati. Comincia dal 2023, ma non sono minimamente preoccupato. Per il primo anno in Italia credo che stia facendo bene. Non mi preoccupa per adesso il diritto di recompra». 

La Juventus ha aumentato la differenza rispetto a prima?

«Mi devo concentrare sul lavoro alla Roma. Devo pensare al nostro mercato, alla nostra strategia e non perdo troppo tempo a rincorrere quello che fanno gli altri». 

Fate meno attenzione agli algoritmi? Oppure li usate per cercare il giocatore valido? 

«Non capisco come è nato questo discorso dell’algoritmo. Nel calcio c’è un rischio grande che è prendere un calciatore sbagliato. Quello che noi cerchiamo di fare è cercare informazioni sui giocatori cercando di ridurre il rischio al massimo possibile. Mai preso un giocatore per un algoritmo. Quando sono arrivato ho preso El Shaarawy o Rui Patricio che non hanno bisogno di algoritmo. Di Reynolds si può dire che è una scelta sbagliata del direttore sportivo. Non si può avere un computer che ti dice chi prendere, ma non dimentichiamo che questi dati sono importanti. Anche per il lavoro di Mourinho. Ci sono match analyst e gps, ma non prendiamo giocatori per l’algoritmo e quando le cose vanno bene o male è colpa mia». 

In questo mercato il colpo principale è stato Vlahovic che si è ripagato con le cessioni. La Roma è una società che in un ambito di mercato trova tutte le porte aperte? Lavorare per la Roma è più difficile?

«Non è più difficile, è diverso. Lavorare in Portogallo e in Italia è diverso. Io posso fare alcuni esempi, quando sono arrivato qui Pau Lopez era in panchina e giocava Mirante. Poi ha giocato, ha recuperato la fiducia e si è infortunato, poi Pinto è andato dal Marsiglia e abbiamo trovato il progetto giusto per Pau Lopez e adesso è stato venduto a 12 milioni. Under ha fatto 200 minuti in Premier League con l’ingaggio che ha, abbiamo trovato la squadra giusta e rappresenta 8,4 milioni per la Roma. Ci sono anche Coric, Bianda, Kluivert. Non capisco il discorso dei rapporti perché parlo con tutti i club, conosco gli agenti e la Roma ha un potere sociale molto grande e anche se qualcuno non vuole aprire le porte a Pinto, le apre alla Roma»

Può garantire che Zaniolo resterà alla Roma il prossimo anno?

«Non posso garantirlo per nessuno». 

Perché non è stato acquistato il regista?

«Il mercato estivo è molto lontano, con tutti i contatti che voi avete sapete che finito il mercato inizia un’altra stagione. Abbiamo la testa in campo per migliorare quello che possiamo migliorare. Dopo aver preso altri musicisti questo è il momento di migliorare gli strumenti e l’organizzazione per creare una sinfonia che i tifosi meritano. Sul mercato estivo dovremo capire coi Friedkin e Mourinho cosa fare per diventare più forti».

Si aspettava colpi di mercato così onerosi visto il momento attuale?

«Credo che sia vero che ci sono state trattative con molti soldi, ma sono state circoscritte. Nel calcio al di là del discorso economico c’è quello sportivo. Ci sono dei club che quando hanno problemi devo reagire. Dopo il Covid, come società, stiamo imparando a vivere con il Covid, in Inghilterra il pubblico non si è mai fermato e noi aspettiamo di andare avanti. Nelle prossime finestre di mercato, sarà più normale e secondo me mai tornerà a tre o quattro anni fa quando ci sono stati i trasferimenti di Neymar, Coutinho e Ndombele. Siamo tutti più equilibrati nella gestione economica del calcio».

 
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