UN MINUTO PER RICOMINCIARE
O meglio, da Chiavari. Ogni giorno fa su e giù con il pulmino che lo porta al campo di allenamento del club ligure. Milita nella Primavera e alla prima stagione segna 7 gol, guadagnandosi la convocazione in Under 18. Poi, quella fortuna che gli aveva voltato le spalle un anno prima, stavolta si fa perdonare: il suo allenatore, Gianpaolo Castorina, viene promosso in prima squadra. Zaniolo, tra i fedelissimi del tecnico, debutta così in serie B a soli 16 anni sul campo del Benevento. Entra in pieno recupero ma quel minuto in campo dura un'eternità. E rappresenta la svolta, quella con S maiuscola. Inizia infatti a fare la spola con la prima squadra e a fine stagione accumula 7 presenze, abbastanza per convincere l'Inter a scommettere (2 milioni il costo del cartellino) su di lui. Nella Primavera nerazzurra il classe 99 continua il suo percorso di crescita: 28 presenze totali, 14 reti e 9 assist. Il resto, è storia recente, tanto da far apparire il passato lontanissimo. Ancora una volta, però, il fato gli viene in soccorso. Perché il percorso di Zaniolo (che intanto si classifica secondo con l'Under 19 agli Europei) poteva ricalcare quello di tanti altri talenti dei settori giovanili, inseriti per questioni di bilancio in trattative per giocatori più affermati, e poi destinati a fare esperienza in prestito. Con chissà quali esiti. Invece questa possibilità sfuma l'ultimo giorno del recente mercato estivo. La Roma e Di Francesco, pur avendo capito le potenzialità di Nicolò, vogliono trovargli una squadra per farlo giocare con continuità. La miopia di mezza serie A, che se lo fa sfuggire, ora fa sorridere. Zaniolo rimane nella Capitale e dà il via alla sua favola personale. Chi lo conosce bene assicura che non c'è il rischio che si possa montare la testa. Un po' perché ha già assaporato cosa voglia dire la delusione.
AL VOLANTE SOLO IN CAMPO
Ma soprattutto perché ha la fortuna di avere una famiglia presente che lo ha seguito a Roma (abitano nella zona dell'Eur). Oltre alla sorella minore Benedetta, alla quale è legatissimo, c'è il padre Igor, ex calciatore (ha giocato in B con il Cosenza, la Ternana, il Messina e la Salernitana prima di scendere in C e approdare al Genoa) che è già stato fondamentale nel momento in cui ha visto il figlio cadere, aiutandolo immediatamente a rialzarsi. E poi Mamma Francesca che invece, ogni giorno, lo accompagna con l'automobile a Trigoria. Perché dietro quel fisico da corazziere e sorriso gentile, si nasconde dopo tutto un ragazzo di appena 19 anni che ancora deve prendere la patente.
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