Zaniolo dichiara amore eterno: «Devo tutto alla Roma. Voglio diventare una bandiera»

Zaniolo dichiara amore eterno: «Devo tutto alla Roma. Voglio diventare una bandiera»
di Gianluca Lengua
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Domenica 19 Aprile 2020, 14:28 - Ultimo aggiornamento: 20:35

Nicolò Zaniolo ha tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento per i tifosi della Roma e per il club. Infortunato da tre mesi a causa della rottura del crociato rimediata contro la Juventus, l’esterno sta lavorando quotidianamente per rientrare in campo e far accendere nuovamente l’Olimpico: «Mi piacerebbe diventare una bandiera della Roma, ma ora devo pensare e rientrare. La mia volontà è restare qui il più possibile. Ho trovato una società grandissima con i tifosi grandissimi. La città è fantastica che è in grado di amarti e che vive di calcio, ho trovato persone fantastiche. Vivo benissimo e ho trovato anche la fidanzata. Devo tantissimo a Roma», ha detto in un’interviste a Sky Sport. In molti lo hanno già paragonato a Francesco Totti, ma al momento Nicolò è cosciente che la strada da percorrere è molto lungo e piena di ostacoli: «È per tutti il simbolo di Roma. Lui e De Rossi sono simboli che difficilmente uguaglieremo. La maglia nuemero 10? Sarebbe impossibile, la mia maglia è la 22 e sono felice di averla». L’infortunio è capitato in uno dei momenti migliori, ma non tutti i mali vengono per nuocere: «Siamo al terzo mese di recupero. La mia idea è che è sempre meglio un giorno più che in meno. Il ginocchio dovrò essere al 100% e se ci riuscirò sarò il più felice di tutti a finire il campionato con la mia squadra. Quando mi sono fatto male, molti miei compagni mi hanno detto che mi sarebbe stato d’aiuto per crescere come persona. Non ci credevo, ma ti fa mettere sul tavolo le cose importanti. Mi ha insegnato a lavorare e stare attento ai minimi dettagli che magari prima non facevo».

L’esordio al Santiago Bernabeu lo ha segnato a tal punto da spingerlo a tatuarsi quel momento sul corpo: «Ricordo ancora la riunione tecnica prima della partita alle 11. Il mister mi chiese se ero pronto a giocare e gli dissi di sì incredulo e inconsapevole. Io ricordo tutte le palle che ho toccato e le azioni che ho fatto. Il giorno prima non pensavo nemmeno di partire per Madrid. Di Francesco? Mi ha inserito tra i grandi, mi ha fatto capire il lavoro durante la settimana. Gli devo tanto come devo tanto a Mancini che mi ha convocato subito senza nemmeno fare una partita tra i professionisti. Non nascondo che quando mi ha convocato in Nazionale non ci credevo. Il primo giorno a Coverciano sembrava un parco giochi, vedevo campioni a destra e sinistra. Non mi sembrava vero».

Con Fonseca, Zaniolo ha trovato la maturità e ha cominciato a giocare nel ruolo di esterno destro: «Il mister mi ha subito parlato e mi ha detto cosa migliorare. Ho seguito le sue indicazioni, è fantastico e preparato. Dice tutte le cose in faccia. È il tecnico adatto alla Roma e al nostro gruppo. Il ruolo? Non avevo mai fatto l’esterno destro, sempre mezzala o trequartista. Mi sto trovando molto bene perché sono sempre davanti a alla porta e posso segnare. Mezzala e trequartista sono ruoli che conosco bene, ma per adesso mi piace l’esterno destro». Tornando alla Nazionale, Zaniolo ricorda quando in Under 21 Gigi Di Biagio lo ha escluso per un comportamento poco rispettoso: «Erano 2 o 3 giorni di fila che facevamo ritardo alla riunione tecnica.

Era un periodo negativo, ero stremato mentalmente e fisicamente e mi sono lasciato andare. Quella cosa mi ha insegnato molto come comportarmi e le conseguenze. Di Biagio giustamente ha scelto di dare un segnale al gruppo e lasciarci fuori, ho capito qual era l’errore».

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