ROMA Come passa il tempo. In effetti il bel calcio, ormai, noi italiani lo vediamo soltanto in coppa (e certo non in quella Italia, a scanso di equivoci). Un po’ in dissolvenza, di certo sullo sfondo delle nostre attenzioni, si è appena conclusa la giornatona europea di pallone. Oltre alla Roma battagliera e vincente e vagamente emozionante di ieri sera, ne abbiamo viste di belle e, onestamente, anche di dannatamente bellissime. Dalla neve dell’Allianz Arena ai gol assurdi presi sotto le gambe da un portiere in tuffo (sempre all’Allianz Arena), per tacere poi delle tonnellate di talento immane e potenza soprannaturale scagliate da Mbappé su un campo innevato e sotto le gambe di un portierone in tuffo (guarda un po’, chi lo avrebbe mai detto: proprio all’Allianz Arena, e tre). Un capitolo a parte lo meriterebbero gli invasori di campo (nudi) in stadi vuoti, ma ora conviene glissare. Apriamo parentesi, giusto per curiosità: ma Neuer? Cosa è successo a quella specie di ciclopico fenomeno che fino a qualche anno fa pareva piovuto da Matrix? Poche risposte e tanto imbarazzo. Chiusa la parentesi.
Eppure. Eppure tutti hanno potuto vedere tutto, è chiaro. Figurarsi: bastava guardare la tivvù anche distrattamente. Ma, siccome la bellezza si nasconde a gran sorpresa nei dettagli, della settimana europea rimane un particolare negli occhi e nel cuore. Delicatissimo frammento. Ovvero. Semplicemente, grandiosamente la classe, la grazia, l’eleganza di un tocco – nemmeno di un tiro finito secco in porta, no no: appena il garbo di un tocco, per così dire, preparatorio a un gol, declinato in tre casi. E cioè. Il controllo di spalla (qui bisogna riscriverlo: di spalla) di Junior Vinicius, lanciato a rete da un Kroos lontano tre o cinque anni luce in Real Madrid-Liverpool di Champions; il pallonetto di Asensio, a sorvolare malignamente ancora il povero portiere dei Reds, vecchio amicone della Roma, Alisson, prima di indovinare la via della porta; e il tenerissimo aggancio di Rashford dopo apposito traversone transoceanico di Lindelof all’inizio della sfida tra Granada e Manchester Utd. Fantastici? Macché, è poco: su-per-bi. A rifletterci, sono risultati più spettacolari i tocchi preparatori dei due madrileni e della punta dello United che non i loro tiri da gol stricto sensu, in toto e – andremo a dire – perfino coram populo...
Insomma. Baciati da un talento impudentemente clamoroso, Vinicius e Asensio hanno lasciato cadere perline di meraviglie sul prato del piccolo (e deserto) stadio Alfredo di Stefano del centro sportivo del Madrid. E Rashford, tanto per rallegrare la compagnia, si è inventato un po’ di cinema ieri sera in Europa League a Granada.
E così. E così a stupire davvero non è l’età giovanissima, ma ci mancherebbe, quanto l’atroce e disumano corredo di sapienza tecnica e di doti atletiche che permette a un ragazzo di addomesticare un pallone (magari con la spalla) dopo insperato lancione dall’isola che non c’è, o di inventarsi un simpaticissimo&morbidissimo lob capace di beffare uno dei più bravi portieri del mondo (forse il più bravo). Finché il calcio riuscirà a fiorire in dettagli simili, allora, sì, saprà di avere un futuro.